Replay: una vita senza fine

il tema può non sembrare dei più originali, ovvero la possibilità di rivivere la propra vita, correggendo gli errori fatti in passato. ma questo libro ha qualcosa in più. una pagina tira l'altra, seguiamo le vicende del protagonista Jeff, che dal 1988 dove muore di infarto si ritrova nel proprio corpo ma nel 1963, con ancora molta vita davanti e oltretutto la possibilità di fare soldi conoscendo gli eventi futuri prima che accadano. le cose sembrerebbero andare per il verso giusto, ma non è così, e il libro alterna momenti più leggeri (pochi) con un senso di oppressione di fondo, un destino che in ogni caso ci attende, per quante cose possiamo fare. non dico niente sul finale, bello anche lui in ogni caso. consigliatissimo, non necessariamente agli amanti della fantascienza.

Penso che tutti,almeno una volta, abbiamo pensato che sarebbe bello tornare indietro nel tempo. Al protagonista succede proprio questo: muore e si risveglia indietro nel tempo,sempre nella sua vita ma con la consapevolezza di tutto ciò che gli è accaduto.Un'opportunità favolosa per poter porre rimedio a qualche sbaglio,per poter fare scelte diverse ed evitare,così, tanti errori o situazioni sbagliate. Assistiamo allo scorrere della prima vita dopo la morte,poi alla seconda,alla terza e così via. Ma vita dopo vita,ci si accorge che, per quanto ci si sforzi di cambiare il corso di determinati avvenimenti, alla fine non si riesce mai a raggiungere la perfezione. C'è sempre qualcosa che che non andrà come desiderato,c'è sempre qualcosa che ci mancherà. Un libro con una gran bella idea di base,assolutamente consigliato.

Un romanzo che coinvolge mente e cuore. L'idea di base, forse trattata anche in altri testi di fantascienza, è sviluppata in modo unico e coinvolgente, portando spesso il lettore (almeno, questo è quello che è successo a me) a distrarsi dalla lettura per deviare verso i propri personalissimi sogni ad occhi aperti. Attenzione, la distrazione non è dovuta alla pochezza del libro, al contrario è da intendersi come una dimensione aggiuntiva che il testo porta in automatico ad evocare. La parte emotiva si fa preponderante verso la fine del romanzo, prendendo il sopravvento sulla logica ben congegnata che ne era il motore iniziale. Consigliatissimo a tutti gli amanti della fantascienza e non solo!