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Recensioni Razza. Un sogno del generale Franco

Recensioni: 5/5
Nel 1940 Francisco Franco, il «Caudillo», progetta un film, che verrà realizzato due anni dopo da Josè Luis Saénz de Heredia. Egli mostra così non solo la tesi mussoliniana dell'essere il cinema «l'arma più forte», di voler costruire il suo anti-Potemkin. In questo senso Raza è innanzitutto un'opera di autocelebrazione: l'autore si riferisce a se stesso come al «Generalissimo», entità distinta e mitica, dio occulto al suo posto di comando. Ma è anche sfacciatamente autobiografica: il travestimento nei diversi personaggi non nasconde infatti ma svela i conflitti personali, i complessi, le frustrazioni e le nevrosi del dittatore. L'azione comincia nel 1897, quasi come la vita di Franco, in modo che il protagonista abbia la sua stessa età e costantemente possa rifletterlo, duplicarlo e ingigantirlo. Condotta su un doppio registro esegetico, il sociologico e lo psicoanalitico, l'analisi di Gubern mostra come un pessimo testo letterario possa anche essere involontario specchio della tragedia, riflesso della storia.)
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