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Come si conviene in ogni Rapsodia, questo libro si compone di una serie di quadri e di episodi. È ambientato a Vienna o nei suoi dintorni, in luoghi molto familiari all’autore. Fa da sfondo, o se si preferisce da filo conduttore, il Danubio, con le sue bellezze, ma anche con i suoi miti e con la sua tragica storia. I personaggi che entrano in scena – poeti e musicisti, filosofi e imperatori – vengono visti soprattutto dal lato umano, con le loro debolezze e le loro passioni, con i loro drammi e le loro follie.Si comincia con Enea Silvio Piccolomini, il grande papa umanista, cui si deve la prima descrizione di Vienna, e si arriva ai nostri giorni, passando per Maria Teresa d’Austria, Mozart, Beethoven, Schubert, Lenau, Hebbel, Brahms e tanti altri. L’autore ne ripercorre da vicino i momenti essenziali della vita. La cupa tragedia di Mayerling viene rievocata in toni accorati, ma senza indulgere alla letteratura dolciastra sorta da quell’episodio. Lo stesso avviene per la figura della mitica imperatrice Sissi. Nel libro entrano in scena anche gli animali, cicogne, scoiattoli, tortore, che a Vienna godono quasi degli stessi diritti degli uomini. Se è vero, come dice l’Awesta, che l’amore per gli animali è una via che conduce al cielo, bisogna riconoscere che i viennesi hanno percorso un lungo tratto di quella via.A chiusura del libro, un intenso capitolo sul Danubio, la cui storia millenaria viene rievocata in toni drammatici. Nel suo insieme, un tributo appassionato a una città che è stata per secoli, insieme con il suo fiume, il cuore dell’Europa.
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Libro di piacevole e stimolante lettura. Scritto con stile limpido e accattivante. Inoltre, Verrecchia non fa mai mancare il suo punto di vista su fatti e personaggi: con icastica ironica demolisce molti miti della cultura viennese... Freud viene, giustamente, trattato come un matto, perverso e ipocrita!
Cosa c’è di meglio di trovarsi in una città straniera ricca di storia come Vienna, lontano dal banale turismo di massa, in compagnia di un caro amico che con grande calore e simpatia ci accompagna sui passi di Beethoven, di Brahms, di Schubert; o su quelli di Sissi, Franz Joseph, Ottilie von Goethe, Zweig, Lenau, Schnitzler, Freud, e di altri grandi della cultura europea? L’"amico" Verrecchia ci intrattiene nel parco di Schönbrunn, animato da scoiattoli e usignoli che non temono l’uomo, ci parla della tragedia di Mayerling e della povera Mary Vetsera, ci porta sulle colline viennesi o fra le vie di Vienna, e, ora con pungente ironia, ora con disincantata saggezza, a poco a poco ci contagia del suo amore per un sapere vivo, non libresco, per una cultura penetrante, mai pedante. Così, improvvisamente, prima di congedarci da lui, ci accorgiamo che questi nomi celebri, dipinti a pennellate "impressionistiche" nei loro atteggiamenti geniali o meschini, ci sono diventati familiari: Vienna non è più una cartolina, è nell’anima.
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