Rapsodia in rosso. Delitti nella Marca trevigiana

La scrittura di Ascione è briosa e scattante, ti trasporta lungo le pagine con facilità e morbidezza. Sullo svolgimento e l'accuratezza della trama ho qualche perplessità di troppo. La sequenza temporale è avvolta in una nebbia che fa perdere l'orientamento, l'ambientazione nella calda Treviso stenta ad accoglierti (per esempio, bisogna arrivare a tre quarti di libro per sapere dove si trova la questura!) e le tinte del giallo sono annacquate. Avrebbe necessitato di una messa a punto più curata nei dettagli piccoli e grandi che sono indispensabili per fare di un libro un buon libro. Nel dettaglio alcuni errori non tollerabili: + In una scena Emidio e Carmencita sono in ufficio, Carmencita chiede a Emidio di andare con lui perché lì si annoia, non essendoci nemmeno la TV (ma dove non c'è? a casa c'è e in ufficio pure) così lui le dice che va bene e la porta in ufficio (ma come?? E dov'erano fino ad allora?) + A pag 224 siamo a metà luglio, a pag 238 ad inizio giugno + Viene descritta una scena alle 6 di mattina, mentre è ancora buio. Che si sia a giugno o a luglio, alle 6 il sole è già sorto Questi gravi errori uniti a tante altre piccole osservazioni che si possono fare, anche sul finale, rendono il tutto bisognoso di una revisione che non c'è stata.

la mancanza di ripetitività che non si trova