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La ragazza di seta artificiale - Irmgard Keun - copertina
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La ragazza di seta artificiale - Irmgard Keun - copertina

Descrizione


Doris lavora come segretaria di un avvocato in una città di provincia nella Germania degli anni '20, ma è anche una giovane ragazza che desidera l'emancipazione, il successo e la notorietà. Infatuata dal glamour di cinema e pubblicità, lascia la sua città per andare a Berlino. Invece di una rapida e fortunata scalata sociale come attrice o moglie di un ricco uomo, finirà per raccontare la propria lenta discesa verso una vita quasi da prostituta, in povertà e senza dimora, divenendo la lente attraverso la quale l'autrice descrive la realtà squallida e desolata della Berlino dei golden twenties, ben diversa dalla luccicante città piena di promesse che appariva in superficie.
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Dettagli

2008
1 dicembre 2008
160 p., Brossura
9788884204912

Voce della critica

Strana sorte quella di Irmgard Keun: questo suo secondo romanzo ebbe un grande successo anche all'estero, ma venne poi bruciato l'anno dopo nel rogo dei libri nazista. L'autrice dovette emigrare (fu per un periodo compagna di Joseph Roth a Parigi); creduta morta, rientrò in Garmania sotto falso nome già nel '40, ma nel dopoguerra non eguagliò più la fortuna delle prime opere. Da questo romanzo, Julien Duvivier, nel 1960, trasse il film La grande vie, con Giulietta Masina, che senza Fellini tendeva alla leziosaggine e comunque, a quasi quarant'anni, era poco credibile nella parte di Doris, una diciottenne che vuole farsi strada grazie alla sua bellezza. Doris viene da una famiglia dell'infima borghesia di una città di provincia, ha lavorato come dattilografa, poi come comparsa in teatro e infine fugge a Berlino per "diventare una star", dopo aver rubato una preziosa pelliccia. Tiene un diario, in cui risulta curiosa del mondo e generosa del poco che ha (passa parecchio tempo con un cieco di guerra a raccontargli come vede Berlino). Siamo alla fine della Repubblica di Weimar, si percepisce la crisi economica e dei valori, l'antisemitismo montante e lo stordimento di una società vicina al baratro. Il romanzo sembra inclinare allo happy end, Doris trova un uomo che non la sfrutta e non la umilia, ma è ancora così innamorato della moglie che la ragazza se ne va e finisce ancora una volta nella sala d'aspetto della stazione, dove forse ritroverà un ambulante socialista con cui dividere l'esistenza. Il linguaggio è spontaneo e diretto, Keun è una buona osservatrice e vede con chiarezza i difetti e le debolezze umane, soprattutto maschili. La seta artificiale del titolo è una metafora per descrivere quel tipo di ragazza disposta a tutto pur di fare una vita comoda e possibilmente lussuosa. Illustri letterati hanno lodato il testo come Zeitroman, io lascio il giudizio ai lettori.
Marina Ghedini

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Conosci l'autore

Irmgard Keun

1905, Charlottenburg

Irmgard Keun (1905-1982) è stata una delle scrittrici più originali del suo tempo ed è al centro ormai da anni di una riscoperta da parte di critica e pubblico. Compagna di Joseph Roth, fu spinta alla scrittura da Alfred Döblin che ne ammirava la vivace intelligenza e l’umorismo fulminante. È autrice di sceneggiature, reportage e una dozzina di romanzi in cui ha raccontato le contraddizioni della società europea prima e durante la Seconda guerra mondiale, concentrandosi in particolare sulla condizione della donna. Le sue opere furono proibite dai nazisti; per tutta risposta l’autrice fece causa allo Stato per danni. Il suo Gilgi, una di noi uscì nel 1931 e, nel breve tempo prima di essere censurato, divenne un caso editoriale rendendo...

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