Le radici del tempo

“Le radici del tempo” è un romanzo molto interessante che ci trascina in molti luoghi diversi nel corso del tempo, a partire dalla fine del XV secolo sino ai giorni nostri. Il dipanarsi della trama ci porta dall’Italia alla Spagna, dal Marocco alla Turchia. Seguiamo con grande interesse una sorta di saga familiare tutta al femminile basata sui ricordi e racconti della nonna di Keren, la protagonista del libro, che vive ai giorni nostri ma il cui nome e forse anche il DNA hanno radici in un passato piuttosto lontano. Il racconto prende spunto da fatti storici sapientemente raccordati dall’autrice con elementi di finzione che rendono molto credibile lo sviluppo degli eventi. Sono le donne a guidare questa storia, donne forti che si impongono per annullare non solo le differenze di genere ma anche quelle culturali e religiose. Ci sono anche interessanti figure maschili molto ben tratteggiate, direi quasi con affetto, che a mio parere aiutano a capire quale sia l’intento dell’autrice che non parla solo di emancipazione femminile ma soprattutto di tolleranza e libertà di espressione. I luoghi della storia sono restituiti con precisione quasi fotografica che ti fa sentire sempre al centro dell’azione come se guardassi un film in una di quelle sale IMAX molto immersive. I rimandi storici sono curati e ben documentati nelle note bibliografiche e storiografiche in calce al volume. La scrittura è fluida, intensa e viva supportata da scelte stilistiche appropriate. In sintesi, un libro molto avvincente che però ti fa anche riflettere e venir voglia di approfondire i temi trattati e visitare i luoghi descritti. Un ottimo esempio, quindi, di come la letteratura italiana dovrebbe essere per avere successo anche oltre i nostri confini. Mi auguro che il romanzo possa avere la visibilità che merita e che l’autrice continui a raccontarci il suo sguardo sul mondo e sulla vita.