I rabdomanti

Ritorna sempre in modo discreto, tra le pagine, la presenza fortemente simbolica del fiume. Lo accompagnano splendide descrizioni del suo scorrere fluttuante in un ambiente naturale ricco e puro, perfetto per evocare il mondo ancestrale che ispira i protagonisti e fa da guida agli eventi. Un romanzo fortemente radicato sul tema delle origini e sulla necessità di rivisitare il passato per colmare gli spazi lasciati vuoti dalle fughe dai dolori atavici, verso la ricerca di un proprio sé, verso l’emancipazione da una condizione opprimente che non dà tregua. Morag, la protagonista, dalla sua casa in riva al fiume, mette in scena il suo essere donna nella maturità concentrata in viaggio nella memoria in cui le circostanze della vita, del presente, si legano costantemente ai nodi del passato, facendola progredire all’incontrario, verso le origini, ma anche verso l’essere finalmente donna e madre compiuta, consapevole, in pace con i propri fantasmi. Una storia molto significativa e importante, che coinvolge e richiama all’appello. Un libro ricchissimo di personaggi e accadimenti, come la vita, molto ben costruito e, come ho detto, con delle pagine descrittive davvero belle e profonde. Malgrado ciò il mio entusiasmo si è in parte smorzato a causa dei dialoghi che, a mio giudizio, hanno spezzato l’omogeneità dello stile. Li ho trovati senza tono e piuttosto noiosi. Una lettura che comunque ha lasciato il segno.

In una sola parola: meraviglioso! Per la storia piena di poesia ma anche vigorosa. Per la scrittura che è uno splendore. Del resto l'autrice è una delle voci più autorevoli della letteratura canadese. Fatevi un regalo: leggete questo libro. Lo merita