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Questa non è la mia patria di Vincenzo Maria Oreggia è una narrazione avvincente che fin dalle prime pagine impegna il lettore a seguire i diversi fili di una trama forte, costellata di sfasature temporali composte dall'autore in un sapiente montaggio di presente e passato scandito da svelamenti e descrizioni cesellate, a tratti finemente poetiche. Un racconto essenziale, dal ritmo cinematografico, nell'ultima parte del romanzo incalzante, attraversato da analisi e riflessioni sulla nostra società presente e sull'attualissimo tema dei diritti di cittadinanza, accoglienza e integrazione. Il protagonista è Nevio un immigrato clandestino, picaresco antieroe tragico fagocitato da un mondo cinico, pericoloso e disperato. Dall'Ecuador della povertà all'Italia della presunta ricchezza, Nevio si ritrova a fare i lavori più umili e a sperare in promesse mancate scivolando in meandri malavitosi equivoci. Mantiene però vivo nell'animo uno spiraglio di innocenza commuovendosi per la vicenda di Lachemere e Sancha, due elefanti sequestrati ad un circo perché privi di documenti regolari di ingresso in Italia. Un'evasione salvifica che irrompe dalla cronaca a connotare quasi surrealmente una realtà spietata. I due pachidermi non impediranno a Nevio di andare fatalmente verso l'epilogo sconvolgente ed inatteso della vicenda, ma permettono al lettore di non disumanizzare il protagonista, investendolo così di una funzione, suo malgrado, positiva che costringe pirandellianamente ad "avvertire il contrario", "sentirlo" e riflettere. Un bel romanzo, su "un fatto fantastico, tenebroso, un fatto che porta il marchio dell'epoca attuale, dell'epoca nostra." (F. Dostoevskij, Delitto e castigo).
Avvincente. Ricco di piani narrativi che ti fanno rimanere con gli occhi incollati alla pagina. Il puzzle temporale si lascia ricomporre poco alla volta. La scrittura è raffinata. Sarebbe quasi in contrasto - si potrebbe sospettare - con la sofferta storia da bassifondi di Nevio, immigrato ecuadoriano nell'Italia del 1999, con tutti i problemi di allora, se non fosse che la narrazione si colora, nonostante questa ricercatezza, di una forte partecipazione delle vicende del protagonista. Il risultato è un'opera che racconta con lirismo una storia di cruda realtà senza che lo stile strida con l'argomento, anzi, rendendo più efficace e toccante l'uno e l'altro. Vari riferimenti all'attualità di quell'anno vengono documentati. Nel 2013, anno di pubblicazione, constatiamo amaramente l'attualità del libro, con tutto il carico dei malesseri di quel periodo non ancora risolti.
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