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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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L'ho letto tutto d'un fiato in una sola giornata. E' stato appassionante, divertente, commovente. Rivela una profonda qualità narrativa da parte dell'autore, capace di tessere una trama che porta il lettore fino alla fine del racconto senza mai stancare. Rievoca atmosfere da guerra fredda con forti sfumature guareschiane. Un libro che merita grande fortuna e di essere conosciuto dal grande pubblico. Assolutamente da non perdere. Buona lettura.
Leggendo "Quelli che stanno nelle tenebre" incontri una letteratura piacevolmente lontana da quello che normalmente oggi si legge. L'autore offre un tempo del racconto coraggioso e quasi ardito proponendo un ritmo lontano dalla frenesia di tanta narrativa contemporanea, uno stile asciutto ma anche elegante che non ti aspetteresti oggi di trovare in un esordio. I personaggi sono presentati con una gradualità che a tratti diventa una carezza riservata. Il romanzo, pagina dopo pagina, diviene un luogo di incontro di diverse umanità, un luogo in cui la fede in Dio e negli uomini viene respirata a pieni polmoni, un luogo in cui poter rileggere il passato della nostra nazione alla luce anche dei grandi eventi europei. C'è umanità, c'è dolore, c'è amore; c'è follia.
Quando conosco l'autore, qualche volta capita, penso sempre di non riuscire a essere obiettiva. Perciò ho aspettato... Ho aspettato di capire, a posteriori, cosa mi sembrasse così familiare in questa storia, ho aspettato di sentire, nella presentazione padovana, i retroscena di una lunga gestazione: alla fine mi è risultato chiaro ed evidente che "Quelli che stanno nelle tenebre" è la mia storia. La storia della mia famiglia è iniziata in quel 1956 così pieno di speranze e contraddizioni, di nodi sociali irrisolti, di piccoli drammi individuali e grandi tragedie collettive, in quel 1956 quando i miei si sono sposati. Ho certo apprezzato gli elementi "gialli", la ricostruzione storica e i ritratti, ma quello che mi ha colpito di più è la resa vivace di incontri/scontri tra uomini e donne in bilico tra passato (ancora molto, troppo prossimo) e futuro (non semplice), alle prese con un presente dove si faticava a coniugare libertà e coscienza con il senso del dovere, così simili a mio padre e mia madre.
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