Quell'oscuro desiderio. Un profilo del mostro di Firenze

Non ci si improvvisa giornalisti investigativi (a tempo perso), se non si hanno le conoscenze necessarie per valutare l'effettiva portata esoterica di questo tipo di omicidi. Quali teorie del complotto, quali eccessi d'immaginazione, basta uno studio attento e intellettualmente onesto, non ostinarsi nella razionalità delle convinzioni materialistiche. Le determinate parti anatomiche asportate alle vittine con maestria, non di certo da rozzi contadini, il chiarissimo simbolismo ermetico che anche uno come il commissario Giuttari aveva ampiamente intuito, prima di essere costretto a fare un passo indietro, tante zone oscure, tanti indizi che lasciano pensare che la mano assassina non sia una sola. Per chi fosse interessato vada a vedersi su you tube le conferenze sull'argomento di Gabriella Carlizzi, (uno dei suoi libri sui MOSTRI DI FIRENZE, qui su ibs, sino a poco tempo fa costava appena 150 eurini...) ed anche se non sono cristiano o cattolico come l'autrice, condivido pienamente la sua analisi, la sua denuncia (ha fatto nomi e cognomi) su certe sette dedite all'occultismo più nero, alla chiara simbologia, alla metodologia con cui si assassinavano le vittime. La Carlizzi sbaglia in una cosa sola, come sempre, come quasi tutti i cattolici, associa sempre e comunque tutte le discipline esoteriche al satanismo. Omicidi come questi, dalle molteplici finalità, anche dal punto di vista energetico e psichico sono antichi quanto l'uomo stesso, e non capisco perchè non si debba credere che accadano ancora oggi. Anche la guerra, anche i massacri, i genocidi, non hanno solo finalità materiali, servono anche ad altro.... Ma tutto ciò che facciamo, nel bene e male, ha sempre una doppia valenza, proprio perchè ogni uomo è in realtà duplice, quello che muore e quello che vive anche, soprattutto dopo, e dopo...e dopo.

La mia passione per il true crime è paragonabile a un’intossicazione cronica. Ogni volta che mi immergo in un delitto irrisolto ne esco frustrato e nauseato, il mondo attorno a me deformato dalla lente della paranoia. Una volta smaltiti gli eccessi giuro di tenermene alla larga, eppure so che ci ricadrò ancora. Al centro di ogni caso irrisolto c’è uno spazio vuoto a forma d’uomo, un concentrato di oscurità a cui è necessario dare un nome e un volto, e che continua a chiamare. Leggere “Quell’Oscuro Desiderio” è come rinsavire da una sbronza. Cristiano Demicheli delinea l’uomo ombra al centro dei quattordici delitti avvenuti a Firenze tra il 1974 e il 1985 come se ricavasse il calco da un’impronta. Il ritratto del responsabile viene disegnato sulla sola ossatura degli indizi e delle necessità logiche, escludendo il rumore portato da eccessi di immaginazione e teorie della cospirazione. L’onnipotenza di un assassino mai catturato risiede nella sua indeterminatezza, nel suo smettere di essere un uomo e diventare un’idea, un archetipo che prolifera e si nutre di ipotesi fino a diventare una chimera dell’immaginario collettivo. Questo libro aiuta a ridimensionare quell’ombra, a ridarle aspetto umano, aiuta a spiegarla e a esorcizzarla e così facendo ribadisce la forza e la necessità della ragione per combattere i mostri, reali o immaginari che siano.