Queenie

Spinta dalle recensioni sui giornali di questo libro, l'ho acquistato. La parte positiva: poche pagine quindi finisce presto. La parte negativa: troppi temi in poche pagine. Una mescolanza di tematiche da quella razziale al sesso, all'amicizia al male di vivere. La protagonista non è certo un esempio di lavoratrice. Il comportamento al lavoro è scandalosi. Passa piu tempo a chiacchierate e mandare messaggi che a lavorare, però poi si lamenta se viene rimproverata. Boh! Forse negli UK è tollerato un simile comportamento, avranno capi più sensibili. Poi il fare sesso con chiunque non pone a favore della donna. Vuole essere amata e rispettata ma poi si dà al primo che capita solo per noia. Mah!

Queenie Jenkins, giamaicana di 25 anni che lavora per l’inserto culturale del giornale londinese Daily Read, è alla prese con una dr.ssa che le esplora la vagina alla ricerca di una spirale che si è persa nell’utero. Nel frattempo invia messaggi disperati al fidanzato Tom da cui si è appena separata. In attesa di un recupero del suo ex, da pia e morigerata vestale si dedica a sesso sfrenato, vuoi in vettura, vuoi sul pavimento di pubblici cessi, senza disdegnare rapporti anali. Solo verso la fine del romanzo, grazie all’aiuto di una psichiatra, riesce a liberarsi dalle sue paturnie e cercare un equilibrio psicologico, anche per il sostegno delle amiche di una sua chat “le cagnoline della regina”, di cui lei è la sovrana, ovviamente. La sua instabilità psichica sembra essere derivata dalla discriminazione che, come donna di colore, le è impartita dai colleghi di lavoro. Da quando Almudena Grandes cercò di stupire il mondo letterario con Le Età di Lulù, ora una schiera di scrittrici ne segue le orme offrendoci, se non sesso spinto, almeno soft porno, sperando nella comprensione del lettore. Se nel passato ci si beava nel romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie, qui dobbiamo accontentarci di Queenie nel paese del sesso! Non si capisce quale sia il messaggio di questo vacuo romanzo. E’ un manuale di buona condotta per i Millennial? E’ una protesta contro la discriminazione razziale? Ma la Londra di oggi non è l’Alabama degli anni ’60 (le marce di Selma). Queenie è così discriminata che Gina, la sua capo-redattrice, la porta in palmo di mano nonostante il suo scarso rendimento sul lavoro, le sue assenze etc. I personaggi, poi, sono solo delle marionette, senza anima e senza scopi nella vita. Per non parlare poi di pagine a iosa piene di messaggi che Queenie e le sue tre amiche si scambiano in continuazione e che impestano la narrazione: sono fuochi fatui, parole a vuoto di chi ha ben poco da dire. The Bonfire of the Vanities (che però è un grande romanzo di Tom Wolfe).

Un libro che all'apparenza può sembrare superficiale ma che in realtà nasconde all'interno tematiche delicate ed importanti. Ho apprezzato come l'autrice ha deciso di far evolvere e maturare Queenie nel corso della storia! Spero pubblicherà altro perché sono curiosa di leggere di nuovo un suo romanzo