La quarta forma di Satana

Per chi conosce Aspe e l'ispettore Van In, il libro non risulterà una sorpresa, nè nei suoi aspetti positivi, nè in quelli negativi. Il protagonista, come i suoi compagni, Versavel ed Hannelore, sono riuscitissimi, grazie a una caratterizzazione ridotta e mai eccessiva, seppur piacevole. Le trame restano complesse fino a poche pagine della fine, ma su questo Aspe ha qualche limite, dal momento che neppure alla conclusione vengono spiegate chiaramente tutte le dinamiche. Sebbene l'investigazione goda di un buon impianto, molti, forse troppi, collegamenti devono essere fatti dal lettore; anche se questo è ciò che si può richiedere da un giallo, è altrettanto necessario che la conclusione debba essere molto chiara, spiegata senza buchi e dubbi dal protagonista o dal narratore... Ecco, Aspe, già da CAOS A BRUGES in questo manca notevolmente. In sintesi, il libro scorre velocemente, piacevole, senza essere troppo lungo, ma alla fine restano molte perplessità, perchè, nonostante si scopra il colpevole, ci si chiede quale sia il quadro completo della situazione e, così, il giallo perde diversi punti... Ma forse, anche questo, è un elemento distintivo di Aspe; purtroppo credo sia proprio controproducente per un giallo. Ammetto che, col tempo, questo elemento potrebbe iniziare a stufare. Altri elementi, invece, sono ottimi: il racconto della vita privata di Van In, la girandola di comprimari e comparse divertenti, il dipinto verbale di Bruges... Libro consigliato, se volete essere costretti a unire voi, alla fine, tutti i puntini; sconsigliato a chi vuole il giallo dalla soluzione chiara e lampante.