Il quadro che uccide

Giallo allo stesso tempo caotico e telefonato.. Due (o anche tre) occhi strizzati al "Codice da Vinci" ma altri due strizzati a "Inside men"....Le idee sono un pochino confuse, le piste investigative si vogliono a tutti i costi intersecare in un bailamme di corpi e servizi (segreti e no) che si sfidano in incapacità e dilettantismo. La male assortita coppia di investigatori non si rende assolutamente interessante; il tono fintamente distaccato che Pears si sforza di adottare, lungi dal sollevare il benché minimo sorriso, riesce a volte irritante. Il cambio di stile legato al mutamento nella soggettiva che era la peculiarità più interessante de "La quarta verità" è qui assente. Romanzo "alimentare", che non stimola minimamente a prendere in mano un'altra avventura di questo J. Argyll

Un libro piuttosto debole e abbastanza noioso,non vedi l'ora di finirlo solo per passare ad altro. Due stelle generose

Premetto che "Il quadro che uccide" mi è stato regalato e prima di Natale non sapevo nemmeno cosa fosse....Comunque leggendo questo libro mi sono accorto di come assomigli molto, seppure sia un pò più lento nella narrazione e decisamente meno avvincente nella presentazione dei personaggi e dei fatti, ai libri di Dan Brown. Non dico che Pears si possa eguagliare allo scrittore campione d' incassi dell' anno 2005 e anche di questo anno 2006. Però c' è da dire che scrive bene, in una maniera scorrevole ed utilizza un linguaggio molto semplice. Poi la storia d' amore fa da ciliegina sulla torta...insomma consiglierei la lettura di questo libro a chi, come me, si è già letto i libri di Dan Brown sino ad ora pubblicati ed è in attesa di nuove pubblicazioni dell' autore.