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Prosopopus è un silent novel dai toni cupi, grotteschi e dal ritmo incalzante. Il buio ci avvolge sin dalle prime pagine: siamo in una città scura e piovosa -New York, probabilmente- e un killer si addentra tra il dedalo delle sue strade per seguire il suo obbiettivo. Un proiettile fende l’aria, e un corpo si accascia in una pozza di sangue. Il killer fugge via, ma l’omicidio non resterà impunito. Dal suo sangue, dal suo sperma, dal fumo della sua sigaretta nascerà un Prosopopus, un grottesco essere arancione dalle sembianze orseiformi. Il Prosopopus, verosimilmente di sesso femminile, si nutre solo di latte fermentato e, quanto meno all’inizio, sembra volersi prendere cura del nostro uomo. Con il proseguire della storia, tuttavia, le cure del Prosopopus diventeranno vere e proprie torture, conosceremo le ragioni dell’omicidio, e saremo condotti verso un epilogo che è quasi un sollievo. Nicolas de Crécy è un autore assolutamente visionario e imprevedibile, che ha saputo dare vita ad un incubo noir da cui è impossibile non sentirsi risucchiati
Premessa: non è adatto a tutti, non è una novità, e io amo i fumetti muti. De Crècy è già difficile di suo ma cosa succede quando non usa nemmeno le parole? Beh, devi essere più attento … Non vi spavento, in realtà questo non arriva al cripto-simbolismo del Celestiale Bibendum, per cui se avete apprezzato l’altro non avrete tante difficoltà con questo. La storia se non lo si legge attentamente non la si capisce, ma è molto semplice: una famosa pittrice astratta che firma con le impronte digitali sta per essere vittima di un furto ad opera del suo fidanzato, il nostro protagonista, ma quando parleranno di delitto lui andrà contro il suo boss. Questo atto genera l’entrata in scena di Prosopopus, il tipico grottesco grassone decrecyano, creato con il sangue, fumo, sperma del protagonista. Non è immediato capire se Prosopopus sia un’entità buona o malvagia, se stia dalla parte del protagonista o meno. Tutto ciò porta il folle e violento noir su un livello metafisico e decisamente surreale, ma è la prassi per De Crècy, poi c'è anche qualche tributo ad Eraserhead. Per cui nel corso del fumetto proporrà una serie di associazioni visive metaforiche, che in un film andrebbero sotto il nome di montaggio simbolico ed anche alternato, ad esempio si alternano vignette dell’atto sessuale con un’autopsia, un fallo con un proiettile, il rosso del quadro con il sangue e così via. Il titolo del fumetto è un termine greco che indica il modo in cui un oratore comunica con il pubblico tramite un’altra persona od anche un oggetto. Questo ha valenza sia contenutistica e sia meta-narrativa in quanto è proprio tramite la propria arte, il fumetto in questo caso, che l’autore si esprime. Chi conosce De Crècy sa che l’arte è un punto fisso dei suoi fumetti e qui lo dimostra finemente con il titolo, così come con la figura della pittrice. Inoltre ciò contrasta proprio con la sua essenza muta, non a caso il fumetto è pieno di contrasti, se non di poli opposti.
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