Il professore non torna a cena

Partiamo da qui: cifra stilistica dell'autore davvero notevole. Tipo che azzecca (quasi) sempre la metafora adatta. È volgare (quasi) il giusto. Usa un linguaggio fico e (quasi) sempre comprensibile. Ogni tanto l'autore forse vuole strafare e sembra arrampicarsi sulla propria bravura per cercare di arrivare a un toccare un cielo troppo alto. Ma superata la temporanea irritazione causata da questo fatto, lo si perdona. La trama funziona. La morale c'è, o forse no, o forse ognuno ci può trarre quello che gli pare, perché spunti di riflessione ce ne sono e parecchi. Il finale soddisfa senza essere un intrigo alla Ken Follet. Questo è piú o meno quello che cerco da un libro, quindi sono soddisfatto.

inizialmente non pensavo a un bel romanzo. non mi riconosco come carattere nei 2 protagonisti descritti, anche se riesco a capire il disagio dei due, soprattutto di sergio, quello di vivere in una società sporca, che i due provano disperatamente a combattere, con le loro possibilità, le loro riflessioni, i loro sentimenti, i loro limiti, e le persone che hanno accanto e che amano. Ho apprezzato molto lo stile narrativo e le riflessioni, i molti spunti di riflessione che vi si trovano all'interno. una lettura un po' impegnata ma che lascia dentro qualcosa.

Un romanzo disarmante, in cui tutti gli equilibri iniziali si rompono, si frantumano tutte le certezze. Uno stile ed un linguaggio taglienti, dissacranti, potenti. Un libro assolutamente da non lasciarsi sfuggire, in cui ogni pagina emoziona da un lato e dall'altro lascia l'amaro in bocca. Nell'Italia di oggi non si può non leggere questo romanzo.