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Processo dell'Islam alla civiltà occidentale
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Processo dell'Islam alla civiltà occidentale - Guido Piovene - copertina
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Processo dell'Islam alla civiltà occidentale

Descrizione


Nel settembre del 1955 un gruppo di autorevoli intellettuali islamici e italiani si riunisce a Venezia per discutere dell'accusa del mondo islamico verso l'Occidente di esercitare politiche prepotenti e rapaci. I convenuti - letterati, economisti, storici, giuristi - rappresentano il meglio dell'accademia e della cultura del loro tempo: islamisti della statura di Giorgio Levi Della Vida, i letterati Eugenio Montale e Vittore Branca, lo scrittore egiziano Taha Huseyn e il rivoluzionario turco Zeki Velidi Togan, solo per citarne alcuni. Guido Piovene è invitato per scrivere il resoconto del convegno, che darà alle stampe due anni dopo con il titolo “Processo dell'Islam alla civiltà occidentale”. In un'alternanza di accusa e difesa, si impongono questioni come le responsabilità politiche dell'Occidente, la compatibilità tra Islam e democrazia, e ci si interroga sulla possibilità di integrazione tra l'universo musulmano e il sistema economico occidentale. Un confronto tanto più cruciale se guardato alla luce del periodo storico in cui avviene: tra la crisi algerina e quella di Suez. Questa nuova edizione arricchita dalla prefazione di Claudio Lo Jacono - tra i massimi arabisti e islamisti contemporanei - si ripropone in tutta la sua attualità di testimonianza lucida che a distanza di sessant'anni ci interroga ancora sugli stessi pressanti problemi.
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Dettagli

2018
Tascabile
11 luglio 2018
80 p., Brossura
9788845297922

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GD
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Il libro è in realtà la relazione, integrata da commento di Piovene, di un convegno tenutosi a Venezia nel 1955 fra esponenti della politica e cultura islamica e italiana. L'idea era dare voce agli islamici per le loro rimostranze verso l'occidente (colonizzatore, sfruttatore, moralmente riprovevole etc...). E' una lettura interessante e illuminante anche se di sessant'anni fa, o forse proprio per questo. Soprattutto, trovo prezioso il commento finale di Piovene perché mette a fuoco con asciuttezza acuta i problemi tutt'ora irrisolti del confronto fra le due religioni e civiltà. E soprattutto l'esitazione dell' occidente nel chiamare le cose col loro nome, convinti che sia meglio sfumare piuttosto che sottolineare. In questo, trovo che poco sia cambiato e la chiarezza di Piovene è più che mai opportuna.

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Guido Piovene

(Vicenza 1907 - Londra 1974) scrittore italiano. Si dedicò presto all’attività giornalistica collaborando al «Corriere della sera» e alla «Stampa». Fu condirettore, con G. De Robertis, della rivista «Pan» ed esordì come scrittore con i racconti La vedova allegra (1931), che già presentano i motivi peculiari della sua narrativa: l’ambiente veneto, psicologie complesse, tormentati personaggi femminili. In Lettere di una novizia, romanzo epistolare del 1941, P. ha narrato la tragica vicenda di una ragazza che lascia il convento in cerca di libertà, per poi morire in carcere: occasione per analizzare quell’ambiguità esasperata di certi sentimenti cattolici che emerge anche in Gazzetta nera (1943), Pietà contro pietà (1946), requisitoria contro le filosofie della guerra, I falsi redentori (1949)....

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