Il principio del cavatappi

I giudizi negativi andrebbero principalmente orientati all’editore, che spaccia l’opera come un romanzo giallo a sfondo scientifico quando invece si tratta di un libro di divulgazione con tratti romanzeschi. Di fatto l’80% dell’opera consiste in divulgazione scientifica e biografica di alcuni “grandi” del passato. Come opera di divulgazione se ne può obiettare la frammentarietà dell’esposizione ed il tono poco formale. Come romanzo, d'altro canto, è decisamente poco inspirato e riuscito. Ma sono convinto che intenzione dell’autrice era quella di raccontare un po’ di scienza, calandosi nei panni di chi fa solo domande (Irene, la protagonista) e chi dà solo risposte (Leo, Marie). I tratti romanzeschi fungono quindi da mero mezzo per fornire un esposizione a “domanda-risposta”, per approfondire in linguaggio naturale alcuni concetti, per ripeterli più volte in salsa diversa o ribadirli di nuovo al momento opportuno. In quest’ottica, quella di un ibrido, di un compromesso tra due generi, trovo il libro piacevole ed istruttivo. Persino scorrevole. Consigliato comunque solo a chi ha qualche pregresso in materia od una mentalità scientifica, visto che sforzi “matematici” sono comunque richiesti per assimilare certi concetti.

Non sono abbastanza esperta di fisica per dare un giudizio sulla validità della parte scientifica di questo libro. Ne capisco abbastanza però per dire che il libro, per chi non ha studiato – e si ricorda ancora – la materia, risulterà pesante come la peperonata, o se si preferisce come le palline di piombo di Galileo, tirate in testa ad una ad una. Ho fatto fatica a seguire le parti divulgative, eppure non sono digiuna di fisica, sono passati alcuni anni da quando l'ho fatta all'università, ma grazie al mio interesse personale pensavo di scivolarci via molto meglio. Allora, il lettore medio (inteso come "mediamente interessato alla fisica") che può fare? Sorvolare quando può le parti storiche per appassionarsi un po’ alla vicenda dell’oca protagonista. Niente da fare. La parte romanzesca è così misera, così inverosimile e praticamente inutile all’imbastitura del romanzo… che consiglio vivamente a tutti di risparmiare i 17 Euro e 50!

Beh si, non siamo certo in presenza di un capolavoro ... Sono un fisico che dedica la propria vita alla ricerca (e il romanzo mi e' stato regalato proprio per questo): forse soprendero' qualcuno, ma credo che le parti migliori siano proprio quelle divulgative. Pur tra qualche perdonabile imprecisione, per lo meno raccontano qualcosa. Diverso e' porsi la domanda se sarebbe stato piu' interessante cercare di divulgare altri campi della fisica, piu' moderni e forse con piu' appeal per il lettore (e di tanto in tanto qualche cenno se ne fa). Decisamente di basso livello stilistico/contenutistico la parte narrativa (ma vorrei scagionare la simpatica traduttrice, che ha solo svolto egregiamente il suo lavoro). Con perle negative tipo "il bernardone" (ma per favore!), e il finale, che ovviamente non rivelo.