Un primo, sessanta secondi

Quello dentro lo specchio è Giovanni uomo e Visconti professionista, ma mai una stessa persona. NOSTALGIA? Non sempre è CANAGLIA, capita che tra le parole possano esserci degli spunti per aprire una nuova strada sulla quale edificare il domani o forse è meglio parlare di GIRO perché come in un anello, tutto ritorna al punto dov'è partito, sarà una coincidenza, tuttavia non è sempre CASO o fatalità. In mezzo c'è la storia di un atleta, la frenetica rincorsa al sogno che a un certo punto diventa realtà, gli obiettivi prefissati fin dall' infanzia, si concretizzano man mano che il racconto lascia la Sicilia e approda in Toscana. L' antagonismo in famiglia, presto lascia il posto a quello con Vincenzo Nibali, POGGIO ALLA CAVALLA docet, al punto che la stessa collina di San Baronto diventa uno spartiacque un confine marcato tra la vetta, santuario laico del ciclismo toscano che sostiene Giovanni e il fondovalle (Mastromarco) che fa il tifo per Vincenzo. Strada facendo il racconto coinvolge e se da una parte predomina la figura del padre che diventa un punto di riferimento nella maturazione dell' atleta Visconti, c'è un fiume di parole che scorre tra corse e avversari, tra i colori delle divise e i gregari, ci sono gli errori di percorso, c'è una famiglia unita, forte forse più della lava solidificata dell' Etna che mette in evidenza nettamente il carattere solare della gente del sud in tante sfaccettature capaci a mescolare profumi e colori così particolari che non troveresti altrove. C'è una canzone che fa parte dell' ultimo lavoro di RON, NELLE LETTERE, testo che esalta l' amore tra due persone che mettono per scritto tutto quello che non sono MAI RIUSCITI a dirsi a voce. Arriva il giorno in cui certe emozioni o l' insieme di sensazioni ti travolge e in un certo senso devasta, probabilmente son quelle le parole scelte, le migliori che raccontano le nostre molteplici facce, gli stati d' animo e gli umori e tutto può durare UN PRIMO, SESSANTA SECONDI o molto di più.