Che si sia d’accordo o meno sul modo di vedere e leggere il rapporto tra i giovani e la chiesa di Matteo, quello che è certo è che il libro ha rappresentato in questi anni uno scoglio con il quale fare i conti per chiunque si sia occupato di fede giovanile.
«Un libro geniale.» - fratel Arturo Paoli
«Questo libro ha il taglio del saggio, senza particolari apparati bibliografici, tutto nervi e succo, nel quale la prosa scorrevole dà risalto alla passione critica che l’Autore ha posto nella trattazione del tema. Lo consigliamo vivamente ai parroci e agli operatori pastorali.» - Giandomenico Mucci, La Civiltà Cattolica
A dieci anni quasi dalla sua prima apparizione, "La prima generazione incredula" viene ora ripubblicata in versione aggiornata e ampliata. Quella del difficile rapporto tra i giovani e la fede è, in verità, questione sempre più decisiva per una Chiesa che non voglia ridursi ad un piccolo club di vecchi affezionati. Di più. Senza riallacciare significativi rapporti con giovani, non c'è futuro per la Chiesa, almeno qui in Occidente. Tutto questo mentre all'orizzonte si staglia - secondo l'esplicita diagnosi del "Documento preparatorio" del Sinodo sui giovani, fortemente voluto da papa Francesco per l'ottobre del 2018 - una generazione che nella sua componente maggioritaria non si pone "contro", ma che sta imparando a vivere "senza" il Dio presentato dal vangelo e "senza" la Chiesa, e che più in generale arranca a crescere a causa della presenza di adulti di riferimento non solo meno credenti, loro stessi, ma sempre meno credibili già solo dal punto di vista umano. Qui è davvero tutto in gioco. È finito il tempo di una pastorale del cambiamento. È tempo di un cambiamento di pastorale. Prefazione di Enzo Bianchi.)
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