Prima i bambini

Questa è una storia di una intensità pazzesca. A momenti ti commuovi a momenti inorridisci. Il tema principale è il razzismo e la diversità, però questo libro in sole 216 pagine riesce a scuotere temi ancora più profondi come il bisogno di un amore materno ed il dolore feroce quando invece ci viene negato. La violenza sui minori viene sbattuta letteralmente in faccia con una maestria di descrizione. Difficile non venir toccati dalla scrittura di quest' autrice speciale. Una lettura molto scorrevole, tanto si legge in fretta quanto si rimane inermi e catalizzati a fine lettura. Ovviamente lo consiglio!

Potente, crudo, violento, come è il mondo di Bride, Booker e Rain, i protagonisti del romanzo. Un testo in cui emerge in tutta la sua brutale normalità il male che gli adulti possono fare ai bambini, facendogli vivere esperienze che, utopisticamente, vorremmo che i nostri figli non conoscessero mai. Nel romanzo l'autrice sospende il giudizio, lasciando la storia all'alternarsi delle voci dei diversi personaggi: Bride, una ragazza di straordinaria bellezza, la pelle nerissima, l'abbigliamento studiato -veste solo di bianco, niente trucco-, una sicurezza che trasuda sensualità, cinismo, freddezza. Una maschera ben studiata per fuggire a un'infanzia fatta di odio, razzismo e bullismo, abbandonata dal padre, disprezzata dalla madre; Booker, ex-amante pieno di rabbia e segreti, non riesce a lasciare andare il passato, e il ricordo del fratello vittima di un crimine orrendo, per vivere il presente; Rain, una misteriosa bambina, rapita da una coppia che si occupa di Bride nel suo viaggio surreale alla ricerca di Booker, Rain che proprio come la pioggia di cui porta il nome sembra capace di lavare le ferite del passato di Bride, quasi un battesimo, una nuova iniziazione alla vita adulta. Prima i bambini è una storia breve che a tratti sembra solo la bozza di un romanzo, con dettagli non spiegati, personaggi non approfonditi, e che pure non appare meno efficace, quasi un non finito michelangiolesco che lascia al lettore il compito di interpretare, cercare un senso, rimettere insieme i pezzi.

La sensazione finale è che gli manchi qualcosa, come se fosse solo abbozzato. L'ambientazione contemporanea mi è piaciuta, mi ha ricordato persino certi romanzi di King; l'ironia a sprazzi rende la lettura piacevole e scorrevole; il cinismo forse troppo "leggero", come se la scrittrice avesse avuto paura ad osare di più, a forzare la mano sulla portata del Male. Di fatto l'intera vicenda risulta un po' evanescente, difficile avvertirne la tragedia.