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Prigione numero 5 - Zehra Dogan - copertina
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Prigione numero 5
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Prigione numero 5 - Zehra Dogan - copertina

Descrizione


Questo libro è il risultato di un lavoro ostinato e creativo che ha trasformato quasi tre anni di reclusione in resistenza e lotta.

«Questo “graphic memoir” è un libro politico, è il privato usato per spiegare il pubblico, la storia personale come veicolo di una vicenda collettiva. Le illustrazioni sono semplici e le parole didascaliche perchè qui l’arte non è abbellimento ma mezzo per documentare, lasciare traccia, consegnare un memento, come facevano i prigionieri di Palazzo Steri a Palermo riempendo di graffiti le pareti del carcere dell’Inquisizione» - Raffaella De Santis, Robinson

Questa è la storia di Zehra Dogan, una attivista, giornalista e artista contemporanea curda, condannata per un disegno e gettata nella prigione numero 5 di Diyarbakir, nella Turchia orientale. Una prigione inscritta nella storia del paese come un luogo di persecuzione, ma anche di resistenza e di lotta del popolo curdo. Questi disegni, fatti uscire clandestinamente dalla prigione numero 5, sono stati fatti da Zehra Dogan nonostante la mancanza di materiale, sfidando muri e divieti. Come può una prigione - nonostante gli sforzi per isolare e rompere queste donne e questi uomini, nonostante pratiche umilianti e violente, nonostante oppressioni e torture - diventare, grazie alla solidarietà e al lavoro collettivo, un luogo di ricostruzione? Le idee non possono essere prigioniere. Trovano la loro strada, scivolano dentro le fessure, attraversano le finestre con le sbarre e le crepe dei muri. Evitano agili il filo spinato. Raggiungono l'esterno della prigione come rami d'edera. E alla fine, arrivano a noi.
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Dettagli

2021
1 aprile 2021
144 p., ill. , Brossura
9788833141480

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Goz
Recensioni: 5/5

Prodotto unico nel suo genere e di elevato spessore e importanza.

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leggere.con.leggerezza
Recensioni: 5/5
𝑷𝒂𝒈𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒏𝒔𝒕𝒂𝒈𝒓𝒂𝒎 @𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆.𝒄𝒐𝒏.𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂

Zehra Doğan è la voce più autorevole della gineologia.  È un'attivista, un'artista, una giornalista e una femminista curda. In questo Graphic Memoir, Zehra parte dalle sue esperienze e delle molte altre donne detenute nelle carceri turche e siriane per portare avanti la sua cultura di femminismo curdo. I fumetti di Zelda, sono la fusione perfetta tra arte, letteratura, documento storico/politico. Raccontano l'esperienza carceraria della Prigione n.5 di Diyarbakir nella Turchia orientale. Zehra è stata sbattuta un prigione per aver disegnato la distruzione della Nusaybin dopo gli scontri tra le forze di sicurezza e gli insorti curdi con bandiere e carri armati turchi rappresentati come enormi mostri informi sulle rovine, e averlo infine condiviso su twitter. Una sentenza di 2 anni, 9 mesi e 22 giorni per 'propaganda terroristica' che indignò l'opinione pubblica internazionale. Banksy per questo, ha dedicato un murales a Manhattan, il Bowery Wall, con un’opera che la raffigura dietro le sbarre, anche Gianluca Costantini le ha dedicato un ritratto. Sebbene fosse stato un disegno a rinchiudere in carcere Zehra, lei non si sottomette. È infatti nella prigione n.5 che disegna clandestinamente e documenta questo luogo di torture e di morte ma anche di ribellione. Tutte le pagine di questo libro sono state fatte uscire di nascosto dal carcere. Una grandissima testimonianza di donne che sono portatrici di un cambiamento, di lotta, di resilienza. Ecco perchè questa Grahic ha un valore importantissimo. È la raffigurazione di una ribellione, la sintesi iconica di una moltitudine di voci silenziate, rappresentate in un documento storico ed artistico. Zelda è un'artista contemporanea acclamata tra le 100 artiste più influenti al mondo. Le sue opere sono state installate anche alla Tate Gallery di Londra. ...continua nella mia 𝑷𝒂𝒈𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒏𝒔𝒕𝒂𝒈𝒓𝒂𝒎 @𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆.𝒄𝒐𝒏.𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆𝒛𝒛𝒂

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Chiaretta91
Recensioni: 5/5

I disegni raccolti in questo volume sono stati fatti uscire clandestinamente dalla prigione numero 5 per raccontare la quotidianità, le privazioni, i trattamenti disumani e le storie di questi prigionieri. Sono stati realizzati da Zehra Dogan nonostante la mancanza di materiale, riutilizzando il retro delle lettere ricevute, sfidando muri e divieti e con la consapevolezza di una punizione certa in caso di ritrovamento. Un racconto autobiografico che riporta anche la storia di un intero popolo, una storia di coraggio, di ingiustizie, di violenza ma mai di sottomissione. Queste tavole fanno venire i brividi ma da una situazione terribile Zehra è riuscita a costruire un’opportunità per raccontare al mondo delle scomode verità, per rendere omaggio alle moltissime vittime della repressione politica perpetrata nei confronti del popolo curdo e di chi costantemente lotta per l’indipendenza.

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Zehra Dogan

Zehra Dogan è nata nel 1989 a Diyarbakir, in Turchia. Si è laureata alla Dicle University’s Fine Arts Program di Ankara e ha cofondato la prima agenzia stampa costituita unicamente da donne, JINHA, per la quale ha lavorato finché non è stata chiusa da un decreto governativo. Nel corso di questi anni è stata insignita di diversi premi, come il Metin Goktepe Journalism Award (2015) e, recentemente, il premio Exceptional Courage in Journalism Award (2019). Nel periodo del conflitto nelle aree curde della Turchia, Dogan ha raccontato la guerra nelle città interessate dal coprifuoco come Cizre e Nusaybin, zone in cui la presenza dei giornalisti era bandita dal governo nazionale. Nel luglio 2016 è stata imprigionata a Mardin. A seguito di un...

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