Il pressappoco

Un primo risultato immediato conseguente alla lettura di questo libro è il buonumore. Attingendo alla conoscenza della filosofia greca, l’autore instaura subito un dialogo schietto con il lettore, utilizzando episodi attinenti la sua esistenza e talvolta servendosi di espressioni dialettali, che forse sono le più genuine, in quanto immediate. Generalmente, quando una persona è coerente, non mostra incertezze, illustra il suo pensiero in modo convincente, si è soliti apprezzarne le invidiabili doti comunicative: in questo libro, invece, la tesi di fondo è l’elogio dell’imperfezione, dell’incoerenza, dell’argomentazione pittoresca, che lascia lo spazio ad una vasta gamma di riflessioni e all’indeterminatezza, dal momento che se la perfezione è lineare, l’imperfezione è estremamente complessa. L’uomo – si sa – è imperfetto di natura, e allora si spiega come mai risulta simpatico chi conosce l’arte di arrangiarsi e, magari, si ingegna per sbarcare il lunario. Espressione, quest’ultima, che trova un qualche riferimento nella notte dei tempi alle fasi lunari. Ecco, l’elogio dell’imperfezione mi ha conquistato, anche se non sono totalmente d’accordo con tutto quanto viene riportato dallo scrittore. Credo che egli non se la sarebbe certamente presa a male per il mio parziale disaccordo, anzi avrebbe cercato di rallegrarsene e infondere il dubbio sulla legittimità delle sue argomentazioni. Non a caso, una delle massime preferite dall’autore è Dubito ergo sum. Nel libro, l’imperfezione, che trova la sua espressione più efficace in una parolina, pressappoco appunto, abitualmente sinonimo di negatività, non solo assume una sua dignità autonoma, ma addirittura è esaltata al punto da venire applicata ad ogni manifestazione del genere umano. Il risultato che si ottiene dall’insistenza sulla succitata tesi è una ricchezza di riflessioni e di aneddoti che rendono giustizia al pressappoco che, a seguito di questa operazione di riabilitazione, riceve i suoi meritati riconoscimenti.

Saggio minimo di cultura della contemporaneità e identità filosofica ultramoderna, condotto tramite esempi pratici e per filosofia spicciola partenopea; da scrittore-autore napoletano. Letteratura filosofica di àmbito metropolitano, assolutamente inurbana! MAURO PASTORE

Il pressapoco è l'approssimazione che fa vivere Napoli giorno dopo giorno rendendo questa città leggera nonostante i suoi problemi. Una leggerezza che non è superficialità, ma che nasconde la voglia di vivere e sopravvivere