Il pozzo

“Il Pozzo” di Catherine Chanter è un “thriller psicologico” che poggia le basi sulla fantascienza sociale (naturalmente mai nominata). Il romanzo non mi ha delusa: è stata una lettura appassionante, di quelle che ti tengono incollata alle pagine fino alle due di notte. Su uno scenario di improvvisa e inspiegabile siccità che incrina i fondamenti del vivere sociale, si innesta la vicenda del Pozzo, unico lembo di terra dove piove ancora. Vi si trasferiscono appena in tempo Ruth e Mark, coppia di lungo corso con una brutta storia (più di lui che di lei) da dimenticare, che sente il bisogno (più lui che lei) di una fuga dalla città. La nuova vita al Pozzo è quindi la storia di due cittadini che si rimboccano le maniche e diventano piccoli allevatori. Ma la siccità avanza, le cose peggiorano… e invece al Pozzo piove come se niente fosse. E presto ci si mette anche una misteriosa setta, che coinvolge Ruth in una spirale di semifollia. La storia è narrata proprio da Ruth, alla prima persona, che ricorda e ricostruisce, secondo il tipico meccanismo “whodunnit”, ovvero: la frittata è già fatta, i fattacci sono già successi, si tratta di rimettere i pezzi al posto giusto e chiudere i conti. Questa scelta narrativa rende “Il Pozzo” un romanzo di grandissima presa. Ottimo lo scenario fantasociale, bello il setting del Pozzo: le descrizioni di questa campagna buia e gonfia d’acqua, di questa natura imperscrutabile dove piove solo di notte e il mistero stilla dalle rocce è davvero suggestiva. Restano alcuni elementi promettenti che non sono sviluppati, ma il bilancio è positivo: leggete "Il pozzo" se avete voglia di un buon thriller con inquietudine e suggestioni al punto giusto e uno stile che acchiappa.

Un libro da dimenticare. Mi è stato regalato questo libro da un amico che sicuramente non lo aveva letto. La storia parla di una coppia che si trasferisce a vivere in una casa molto particolare: è l’unica in tutto lo stato in cui continui a piovere regolarmente. Da questa premessa prende il via il libro che si concentra prevalentemente sulla vita della donna e racconta come questa sia stata abbindolata da un gruppo di fanatiche religiose che la hanno allontanata da tutti i suoi cari. La trama non segue un filo logico e per questo motivo la lettura risulta noiosa e difficoltosa.

La vicenda è totalmente surreale ed è raccontata in modo noioso. Il libro parla di una donna, Ruth, accusata di aver ucciso suo nipote Lucien. Ruth si era trasferita con suo marito Mark nelle campagne vicino a Londra in una tenuta molto particolare perchè era l’unico posto del paese non colpito dalla siccità che stava invadendo tutta l’Inghilterra. In questa paradiso terrestre fa la conoscenza di un gruppo di fanatiche religiose che professano il culto della rosa di Gerico e lentamente si converte anche lei a questa religione. Non consiglio assolutamente l’acquisto di questo libro.