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Potresti averli già incontrati a una fermata d'autobus - Luca Canali - copertina
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Potresti averli già incontrati a una fermata d'autobus - Luca Canali - copertina

Descrizione


Canali ha conosciuto da vicino decine di situazioni diverse e migliaia di persone. In questo libro è raccolto un campionario efficace: racconti che, uno di seguito all'altro, compongono una sorta di "romanzo esistenziale totale": dal patrigno studioso dell'incesto, allo stunt men, all'amico dei gatti, all'innamorato di una lesbica, all'amante di studentesse vessate in diverse e perverse prestazioni sessuali, al politico che diventa vivaista per disgusto della politica ma poi alla politica ritorna, al giovane omosessuale che vorrebbe tornare normale senza mai riuscirci. Un dolce e spietato romanzo in racconti di varia umanità.
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Dettagli

2004
1 aprile 2004
192 p., Brossura
9788881765126

Voce della critica

Si arriva a pagina 79 di questi racconti con la convinzione che l'autore sia interessato a lacerti naturalistici di realtà proiettati in narrazioni brevi. Infatti, confortati da quanto dice il titolo e ribadisce la quarta di copertina ("Canali ha conosciuto da vicino decine di situazioni diverse e migliaia di persone"), si direbbe ci sia qui il desiderio di rispecchiare storie di vita. Una per tutte, la migliore a parere di chi legge, Il palestrita, vita e imprese di un cascatore del cinema, supersexy ricercato da attrici prima, da signore che frequentano la sua palestra poi, deluso dalla donna della sua vita, la prostituta Vera, che se ne va in Messico col suo nuovo amico Toni. Essendo questa la sua tensione maggiore - un rispecchiamento della varietà umana del mondo -, Canali concede ben poco al testo in quanto parola: al massimo una ricerca del vocabolo esatto o lievemente prezioso senza forzare la colloquialità del dettato, e nulla a quanto possa giocare sul lessema; tutto scorre dettagliando momenti di vita, oppure sorvolando vite intere, come fa appunto il padre del realismo naturalistico Zola quando incastona medaglioni di intere esistenze di personaggi nell'architettura narrativa maggiore. Ma giunti alla pagina detta si apre improvvisa una narrazione, Sala d'attesa, che sembra sovvertire il suo modulo: un pastiche ricavato dalla cronaca giornalistica, ricamato di raffinati orpelli verbali e del pensiero. Ci coglie di sorpresa, questo cambiamento di registro, e segna come il passaggio a maggiore freschezza verbale: è la libertà del gioco con la realtà rispetto all'impegno di riprodurre una realtà materiale e psichica, e soffrire con essa: "La Quercia è divisa, l'Abete (Luigi, Confindustria) anch'egli plaude, la scala mobile perde, la scala reale o all'asso o alla regina vince". La sensazione è liberatoria; ma proseguendo nel racconto scopriamo il gioco: siamo in un ambulatorio medico e il narratore-paziente sta sfogliando dei giornali che lo immergono nei fatti del mondo (la storia, a ben vedere, comincia col riferimento "naturalistico" alla rubrica che il narratore legge: "'Occhio sul mondo', n. 1, agosto 1992", e con epigrafe che svela l'esercizio: "Alla maniera di John Dos Passos, 42° parallelo "). Anche se nella seconda parte del racconto il narratore ritorna fra la gente (contempla la ragazza che è entrata nell'ambulatorio davanti a lui, e cerca il discorso con lei), il tono rimane leggero ed esornato, perché strettamente personale, ironico e autoironico: "Con discrezione (...) accennai alla calura di quell'agosto (...) 'Per fortuna degli studenti che almeno non hanno dovuto soffrire in periodo di esami' insinuai. Malgrado tale mia galeotta allusione (...), al contrario della manzoniana monaca di Monza, la sciagurata non rispose". Così Canali gioca la sua partita con il reale, e con le proprie sovrastrutture colte; trasmigrando dalla cultura classica che gli è propria alle mediazioni moderne e modernistiche, con piena consapevolezza di queste ultime e dei propri mezzi.

Cosma Siani

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Conosci l'autore

Luca Canali

(Roma 1925-2014) scrittore italiano. Ha insegnato letteratura latina nelle università di Roma e di Pisa. Oltre a volumi di studi classici (Lucrezio poeta della ragione, 1965; Identikit dei padri antichi, 1973), ha pubblicato numerosi libri di narrativa (La resistenza impura, 1965; Il sorriso di Giulia, 1979; Autobiografia di un baro, 1984; I delatori, 1986; Pietà per le spie, 1996) e di versi (La follia lucida, 1972; La deriva, 1981; Toccata e fuga, 1984), legati a un’esperienza autobiografica tumultuosa, dominata dal motivo della nevrosi e della passione d’amore. Inquietudini esistenziali che riaffiorano nelle autobiografie immaginarie di Cesare (Diario segreto di Giulio Cesare, 1994) e di Lucrezio (Nei pleniluni sereni, 1995).

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