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Recensioni Portami dove sei nata. Un ritorno in Abruzzo, terra di crolli e miracoli

Recensioni: 4/5

Roberta Scorranese parte dalle radici per raccontare il suo Abruzzo e tesse una tela che unisce passato e presente: perché il terremoto non cancelli la memoria, perché nemmeno il futuro è pensabile se non si guarda indietro.

«È nei ritorni che mi ritrovo. Basta poco: un refolo d'aria umidiccia, un sentore di carne arrostita, il rumore di un fuoco acceso. Tutto quello che io sono ha una fisionomia che ogni volta mi coglie impreparata o mi fa sorridere.»

La campagna, le sue stagioni. Un grande clan familiare: uomini di poche parole, donne custodi di sapienze e sapori, e un segreto taciuto per anni. Mille racconti, tra memoria e magia: la bomba di Zì 'Ntonio, i soldati tedeschi davanti a Pasqualino neonato la notte di Natale, le ragazze con le guance arrossate durante lo svestimento delle pannocchie, il vitello di Cesarino a cui togliere l'ammidia, il destino di Celestina e del suo bimbo "sbagliato". Roberta Scorranese parte dalle radici per raccontare il suo Abruzzo e tesse una tela che unisce passato e presente: perché il terremoto non cancelli la memoria, perché nemmeno il futuro è pensabile se non si guarda indietro. Così assistiamo al miracolo della Madonna cinquecentesca di terracotta, perduta, ritrovata, frantumata dal sisma e poi rinata grazie alla tenacia degli abitanti di un borgo; conosciamo Peppe e Rosa, che si giocano tutto ai tavoli verdi; scopriamo che c'è chi alle ipnotiche serpi di Cocullo deve la vita; e ci sembra difficile non credere a san Gabriele, che sa perdonare il "peccato grosso" finalmente svelato. Questo libro è una saga familiare narrata con humour e partecipazione. È un reportage su una terra fiera, che nonostante tutto conserva la fiducia nella possibilità dei miracoli. Ma soprattutto è la lunga lettera d'amore di una donna che fa ritorno nella terra che ha lasciato da giovane e, cercando le parole per raccontarla, ritrova se stessa e il senso profondo dei giorni.

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