La porta della pace celeste

La contrapposizione fra l'orrore della strage di piazza Tienanmen del 1989 e la poesia,l'abbandonarsi alla Natura della'seconda parte'(se così può definirsi),sembrerebbero apparentemente in contrasto se non si riuscisse a vedere l'opera nella sua interezza.Magnifico racconto frutto dei giorni che segnarono per sempre Pechino;molto bella la figura del giovane tenente,combattuto tra il dovere e i suoi sentimenti.

Ambientato nella notte di Piazza Tienanmen, il lettore si aspetta da parte di chi ha vissuto in prima persona questi drammatici momenti una descrizione cruda e realistica. In realtà, l’indole di Shan Sa che nella Giocatrice di Go usa la realtà come background di una trama fatta di poesia non manca di riemergere e nuovamente il ritmo lento delle emozioni e sentimenti, l’avvincente descrizione dei paesaggi e la profondità delle sensazioni sono i protagonisti di un’opera in cui la cronaca perde la sua attualità per rilegarsi a mera cornice. Nuovamente si alternano vicende dove si scambiano i protagonisti ma dove 'l'essere uomo' riesce a raggiungere la Via grazie 'all'essere donna' che assurge a guida spirituale. Manca forse quello che noi Occidentali ci aspetteremmo, quella profonda spiritualità orientale che va molto di moda…o forse non siamo in grado di coglierla.

Un libro poetico