L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
recensione di Esposito, E., L'Indice 1998, n. 4
Ciò che mi appare più intenso e autentico del cristianesimo di Mario Luzi, così come ce lo trasmettono queste pagine di riflessione, e che mi sembra importante mettere anzitutto in luce, è la "naturalità" di un'esperienza; che è, certo, esperienza di fede e scelta "ideologica" di campo, ma che nasce e si sostanzia nella quotidianità del vissuto e dei rapporti umani, e che prima e al di là di ogni razionale convinzione e del dogma pone il problema dell'amore: "Il cristianesimo è stato prima di tutto un'ammirazione e una imitazione di mia madre. Io sono entrato per quella porta, che era una porta naturale, ma anche già selettiva"; selettiva perché ella non era "una attivista della fede, ma aveva un senso pieno della carità, che entrava nella sua prassi cristiana in modi continui quanto discreti". E l'amore, la carità, si fanno cardine, pietra angolare di tutto l'edificio.
Per Luzi, che il diavolo e l'inferno esistano o che in senso letterale debba essere intesa la resurrezione dei corpi non sembra avere importanza determinante, né come decisiva si pone per lui la questione del peccato originale. E gli autori prediletti sono Agostino e Pascal e Mauriac, "nella linea dell'agostinianesimo francese, abbastanza contrapposto al cattolicesimo italiano, che, escluso il Manzoni, è più pasquale, meno problematico e meno interiore". Ne deriva l'immagine di un interrogarsi non appagato di soluzioni ormai definite, ma che trova la propria definizione giorno per giorno appunto nella pratica della carità, nella condivisione del dolore, nella convinzione di un divino che parla "dalle cose più inaspettate e tra parentesi".
Che tutto ciò ben si concili con una prassi poetica che si è fatta, soprattutto col tempo, di partecipe e solidale attenzione alla vita di speranza e di sofferenza dell'uomo, e volta anch'essa a cogliere "dalle cose più inaspettate" la vibrazione rivelatrice della loro e della nostra anima, si può giustamente dire. Ma importante è anche notare come questa riflessione si collochi in alcuni momenti accanto alla poesia di Luzi come suo vero e proprio commento, e aiuti a meglio intenderne passi e intenzioni; del resto, dice Luzi, "poesia e preghiera sono forme parallele", ricerca prima del senso vero della parola, e poi invocazione "quando la parola non serve più e occorre un linguaggio altro".
Stefano Verdino ha curato queste pagine stimolando e provocando l'autore, suggerendo nessi e glossando il discorso con una presenza qua e là eccessiva, ma intelligente; e ha aggiunto tre recenti scritti di Luzi (su Giobbe, sul Vangelo, su San Paolo) che utilmente completano questo ritratto interiore.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore