Il popolo degli abissi

Dissacrante ritratto della Londra sottoproletaria d'inizio novecento. London trascorre alcune settimane nell'East End. Fingendosi scaritore di porto, ha modo di analizzare a fondo la gente che infesta le strade e gli edifici: lavoratori sottopagati, prostitute, criminali e senzatetto. Vivendo a contatto con loro condividendovi le sofferenze quotidiane , struggendosi per questi emarginati, dalla macchina del capitalismo nascente. Finalizza la sua esperenzia ad una estesa crita alla società. Testo di grande impatto e messaggio filantropico. Esperienze toccanti. Uno dei miei saggi preferiti in assoluto.

E' un'opera straordinaria, coraggiosa, stranamente attuale, anche se apparentemente le condizioni di miseria che lo scrittore descrive sembrano lontane nel tempo. Le considerazioni dello scrittore dopo essersi calato negli abissi hanno qualcosa di irresistibile, di affascinante, poetico e ti calano nella realtà odierna, ti danno una chiave di lettura sulle povertà odierne, sulle miserie o orrori del nostro tempo. Ancora oggi gli interrogativi dello scrittore sono altrettanto inquietanti. Come mai questo libro, come l'altro suo bellissimo "Il vagabondo delle stelle", non viene citato come uno dei capolavori della narrativa di tutti i tempi e lo scrittore viene ricordato per "Zanna Bianca"? Perchè è narrativa di denuncia? Perchè mette in discussione alcune nostre convinzioni? Perché rompe con il cliché che si è costruito su questo Autore?