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scheda di Nadotti, A., L'Indice 1995, n. 5
I racconti di numerose autrici tedesche contemporanee raccolti in questo volume sono stati tradotti a più mani nel corso di un laboratorio di traduzione letteraria diretto dalla curatrice. Non è il primo n‚ il solo esperimento del genere nel nostro paese, che negli ultimi anni ha visto nascere anche una scuola di traduzione letteraria (la Seatl, a Torino), eppure ha una particolarità che lo rende unico. Ovvero "il fatto di essere tutte donne - osserva la curatrice nella bella nota finale - unite dall'amore per la scrittura e dal desiderio di trasmettere le nostre emozioni di lettura". E "Il ponte di corda" che dà il titolo alla raccolta evoca l'"arduo e quasi impossibile lavoro di chi, nodo dopo nodo, ha saputo collegare due sponde di un abisso, adeguando il mezzo (la corda-traduzione) alle tensioni contrapposte delle due sponde (le due lingue)". Nessuno che si sia cimentato col lavoro di traduzione potrebbe contestarne la funzione di ponte, fragile, impervio, oscillante, dove il più delle volte ci si avventura da soli, e che invece trova, o potrebbe trovare, stimolo e sostegno nel lavoro comune. Questo volume ne è una riprova, per la riuscita letteraria della traduzione di testi assai diversi tra loro per lunghezza, stile e registro di scrittura. Ed è interessante che, nel mettere a nostra disposizione un'antologia di scritti frutto di una ragionata scelta collettiva, un gruppo di scrittrici-traduttrici, "pur senza un'intenzione tematica precostituita" li riaggreghi, guarda caso, in base a "una tassonomia di rapporti pronominali: 'io e tu', 'io e la famiglia', 'io e il mondo', 'io e io'", a conferma di quel partire da sé che connota la scrittura femminile.
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