Poetry

Adam Baldych rinnova il violino jazz, con la partecipazione di Paolo Fresu su 5 brani. Violinista imperdibile del jazz contemporaneo, Adam Baldych è letteralmente un “poeta del violino”, dalla destrezza ammaliante. La sua musica combina improvvisazioni jazz, l'influenza del folklore musicale polacco e melodie pop. C'è totale coerenza tra il repertorio composto (e la bellissima cover di Bjork nel brano "Hyperballad"), l'espressione collettiva del gruppo e l'intenzione del violinista che attraveso questo disco vuole celebrare i legami fraterni che ci uniscono alle persone che ci prendiamo il tempo di conoscere, ponendo ad esempio il legame che ora lo unisce ai suoi musicisti: un'amicizia rafforzata dalle ore di viaggio e dalla musica, e di cui si percepisce molto chiaramente l'intensità ascoltando l'album . "Poetry" segna una nuova tappa nel percorso musicale di Baldych, che si allontana dal virtuosismo per rivolgersi a un tipo di espressione individuale più "autentico" che gli sembra più naturale. “Ho smesso di cercare di essere un virtuoso che suonava migliaia di note. Voglio raccontare una storia, plasmare ed equilibrare la semplicità con il linguaggio innovativo del violino.” Ci colpisce prima di tutto la naturalezza con cui la musica è plasmata. Adam Baldych è l'autore di bellissime composizioni che dovrebbero essere toccanti se non sofisticate. Ecco il segreto del fascino immediato e duraturo di questo disco: musica semplice, profonda e lirica, che il trombettista italiano Paolo Fresu illumina su cinque brani (tra cui la magnifica "Poetry").