Poesie di facili costumi

Invio una mia recensione pubblicata su "Il grandevetro" del marzo 2003. (SM) POESIE ROSSO TOSCANO In un quadernetto nero con cornicetta rossa, tenute da due spille, stanno assieme venticinque farfalle da collezione. Ovvero. In un ventaglietto amoroso a due mani scritto stanno assieme venticinque poesie con una decina di fotografie. Il quaderno porta un titolo in rosso, Poesie di facili costumi. Il ventaglietto anche. Con la dovuta circospezione prendetelo, piegatelo e infilatevelo in tasca, così, per non dare nell'occhio. Poi prendete per l'argine, come io ho fatto. In riva d'Arno o dove credete voi, ma non di tanto lontano. Dovete comunque sentir odore d'erba e d'acqua toscana. Ora potete aprirlo. Le pagine vi svolazzeranno sotto il naso. Lo so, sempre è così, ma queste olezzeranno pure ed anche vi ubriacheranno. E questo, convenitene, non sempre è così. E' ben raro se non unico. Come il sapore pieno e tondo della bellezza di queste poesie. Passione civile, amore e anarchia in bel vibrante canto. I poeti di questo libello danzerino sono Pilade Cantini e Giacomo Caramelli. Straordinari, e lo sapete. L'autore delle fotografie è Niccolò Mancini. Bravissimo, e ora lo sapete. Denominatore comune una smagliante e ironica raffinatezza con: odore d'antico, garbo e gentilezza in ardite ottave, dettagli intimi intricanti, passioni di donne e di terra, interni compromettenti, melodie calde da sottofondo gattone ("Vengo da te / quando sviene / la notte" g.c.) o da malinconia sorniona ("Verso ancora un po' di vino / per trovare un argomento, / poesia dal passo lento / versa versi dalla botte, / poi finisce un'altra notte / e da solo, m'addormento" p.c.). Da non perdere. [Simonetta Melani, Il Grandevetro, marzo 2003]