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I saggi raccolti nel presente volume offrono un contributo prezioso alla conoscenza del composito fronte di opposizione negli Stati Uniti alla politica di Bush e della destra al governo del paese. In primo luogo viene precisata la natura del movimento di Seattle, spesso descritto come mero prodotto spontaneo. Si tratta invece di una forma di organizzazione "molto impegnativa e costosa, che richiede mesi e mesi di preparazione, contatti, discussioni politiche e pura e semplice pianificazione logistica". Cartosio sottolinea poi un altro punto: a Seattle, anche se i media si soffermarono sui gruppi di protesta più chiassosi e provocatori, la maggioranza del movimento era costituita da lavoratori sindacalizzati. L'autore, a proposito dell'attuale situazione del mondo sindacale statunitense, ricostruisce gli aspetti essenziali della "svolta" che ha tentato di mettere in atto la nuova dirigenza dell'Afl-Cio a partire dal '95, abbandonando innanzitutto la chiusura protezionistica, e dunque la posizione anti-immigrazione che la grande federazione sindacale aveva precedentemente assunto. La nuova leadership, con il presidente John Sweeney in testa, è formata da persone che avevano a lungo combattuto il burocratismo verticistico; questo, naturalmente, non significa che "socialismo dall'alto", burocrazia e corruzione appartengano al passato, ma di certo la corrente riformatrice New Voice di Sweeney ha cercato di avviare la formazione di quadri intermedi di tipo nuovo, aprendo "un ampio dibattito teorico-politico intorno al sindacato e alla democrazia interna". Questo orientamento non ha reso facili, naturalmente, i rapporti con le élite centriste alla guida del Partito democratico clintoniano. La fluidità e le contraddizioni del fronte anti-Bush emergono nei saggi di Cartosio, il quale propone ai lettori anche un utile apparato bibliografico di riferimento.
Giovanni Borgognone
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