La pitonessa, il pirata e l'acuto osservatore. Spiritismo e scienza nell’Italia della belle époque

Gli autori descrivono, in maniera leggera e scorrevole, il rapporto tra scienza e spiritismo nell’Italia di fine '800 - inizi '900, ripercorrendo le vicende di Eusapia Palladino, la medium più celebre del tempo, una donna analfabeta che riuscì ad attrarre con le sue "arti" occulte, e anche con qualche trucco, i più brillanti intellettuali d'Europa. Intorno a lei, si raccontano le vicende di una miriade di personaggi: giornalisti, filosofi, teologi, prestigiatori, ed anche scienziati, tra cui il famoso Cesare Lombroso, anche lui caduto nelle trame dello spiritismo. Lettura interessante, arguta, adatta a studiosi e curiosi di ogni sorta.

Sicuramente interessante. Scritto con uno stile un po' all'antica (in omaggio all'epoca raccontata?) purtroppo come dichiarato dagli autori non approfondisce la spiegazione dei trucchi perchè lo devono fare i prestigiatori. Alcune spiegazioni ci sono ma trovo incomprensibile trascurare questo aspetto. Si riportano le opinioni di tutti perchè non quelle dei prestigiatori? Gli autori ci dicono che comunque non si è trovata spiegazione a tutti i fenomeni della Palladino. Bisogna proprio ricorrere ad un Houdini allora... Molto convincente l' affermazione che spiega l'incapicità di tanti scienziati di capire la realtà dei fatti “credevano di lavorare in un laboratorio ma operavano in un teatro con tanto di trucchi ed effetti scenici”. E incredibile ma vero consentivano sempre al medium di operare al buio. Di fatto la volontà di farsi ingannare era superiore a quella di capire.