La pietra di Labastide

Nella seconda vicenda che deve sbrogliare Ademar a Carcassone si muovono molti interessi. Sempre presente l'Inquisizione, ma principalmente la volontà del re di Francia di impossessarsi delle ricche contee del sud. Per caratterizzare il periodo si muovono bande di mercenari e una milizia cittadina di una confraternita. La gente comune rimane in sottofondo con le sue miserie e superstizioni. Non mancano una madonna nera, una pietra misteriosa e un cavaliere sopravissuto al suo passato. Romanzo ben costruito ma con meno eventi storici importanti sullo sfondo rispetto al primo, ma gli intrighi si intrecciano incessantemente.

La giovanissima figlia del signore di Carcassonne è promessa sposa al pupillo del re di Francia, ma lei si rifugia in un monastero dove si venera una Madonna Nera. E a quanto pare è vergine e incinta... Storia autentica, intrighi, mistero si fondono nell'ultimo romanzo di Mariangela Cerrino, che come sempre riesce a creare un perfetto equilibrio tra personaggi realmente esistiti e quelli frutto di fantasia. Sullo sfondo Catari, superstizioni e lotte per il potere nella Francia del sud del 1300... Il protagonista è di nuovo Adémar di Cly, già incontrato in "Morte di una strega" , conoscitore dell'animo umano e di molti segreti e antiche sapienze: troverà il modo per salvare la ragazza e la città e per riportare la giustizia. Ma forze potenti e primordiali si muovono e l'inquisitore nemico non è ancora stato vinto.... un'ottima lettura per chi ama la storia, gli intrighili e i misteri degli antichi

Nel momento in cui si inizia a leggere si varca una soglia, si passa in un tempo lontano, di cui non si sa nulla, o quasi nulla. Eppure nell’assistere a quello che vi accade si comprende, si intuisce, e subito si è coinvolti, si partecipa. Il tempo della lettura diventa quel tempo lontano e perduto. È il prodigio dell’arte di raccontare, di cui pochi posseggono davvero il segreto. Mariangela Cerrino lo possiede, e con la sua scrittura, con il tono sicuro e autorevole della narratrice che padroneggia alla perfezione la propria arte, conduce chi legge a viaggiare nel tempo. Un arcaico luogo sacro, un santuario profanato, una sacra reliquia mutilata, una misteriosa pietra rubata, una fanciulla rapita, lo spettro della carestia, gli intrighi generati dalla brama di potere e l’ombra nera del male, compongono l’enigma che Adémar de Cly deve risolvere, con la sua intelligenza, la sua conoscenza della natura umana e delle cose del mondo, per salvare una città, e se stesso. È costante la presenza concreta della natura in cui tutto è immerso: nubi, cielo, pioggia, vento, fiume, roccia, alberi—soprattutto acqua. Nessun orpello, nessuna lungaggine, nulla di superfluo. Concisione e precisione. Ritmo, azione, dialogo. Attraverso i dialoghi, i comportamenti, le azioni, i personaggi si rivelano, in parte, mai completamente, come nella vita. Il flusso incessante degli eventi, a cui si fondono fluide le pause, si snoda a un ritmo disteso, mai concitato, eppure incalzante, senza tregua. Trasportati dal ritmo della scrittura che dilaga come un fume, non si riesce a smettere di leggere.