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La pietra bianca - Michele Prisco - copertina
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Descrizione


Quattro racconti inediti, dagli anni '40 fino a un più recente registro stilistico, dove la nitidezza del linguaggio, il gesto morbido dello stile, rappresentano una lezione di scrittura indimenticabile. Una narrativa al di fuori del tempo, dove ogni storia e personaggio restano indelebilmente impressi nella memoria.
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Dettagli

2003
1 gennaio 2003
80 p., Rilegato
9788883460487

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Intrevado Nicola
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Dunque. Che, Michele Prisco sia uno dei piu' grandi scrittori italiani del Novecento nella stessa misura in cui e' stato, come dire, sottovalutato, e' un fatto. Arcinoto. E tante volte mi sono chiesto il perche'. Certamente il suo atteggiamento vistosamente aristocratico, distante, elegantissimo, poco incline, ovviamente, all' autopromozione di se' e della sua arte. Sicurmente, l' alto livello della sua raffinta scrittura nella sua precisione semantica, tecnica, persino didattica, nello studio esatto della psicologia dei suoi personaggi, nel loro perfetto disegno, nella loro inconfondibile struttura di esseri, davvero, umani. E , certo una personalita' di tale portata e cosi' poco incline al grande pubblico e alla tivu' mi massa, e allo stesso tempo richiedente al lettore, e molto piu' alla critica, un impegno assoluto, e' alla radice dei motivi della sua parziale diffusione. Conoscenza a mio avviso, limitata ad un lettore - ideale, per dirla alla Eco : colto , molto colto e molto aperto alle ardite strutture del racconto e del romanzo, che si dipanano, senza concessione alcuna in perfette misure di architettura della sua scrittura. Io, lo vedo notturno, lo vedo dedito alla scrittura di notte, lontano dalle luci di un diurno fatto di consumi e di sudori, all' opera, solo quando tutte le ombre prendono forma e da inquieti fantasmi si trasformano in anime. Vere e vive. Ho avuto il privilegio di conoscere Michele Prisco, durante le celebrazioni che Ururi dedico' a Luigi Incoronato ( altro dimenticato ) nell' estate del 1985 e ricordo : si commosse fino alle lacrime a tale tributo e mi disse : " ...chissa' se quando moriro' il mio paese di mandanti mi dedichera' una giornata cosi'...". L' hanno mai fatto ? Non credo. Non so. Certo, meriterebbe non solo una giornata dedicata alla sua memoria letteraria, ma un intero ciclo di giornate dedicate alla sua Grande Opera, al suo lavoro di scrittore e giornalista.E, di uomo attento al sentire comune, al battito del cuore dell' uomo nel dover vivere ad ogni costo.E sia

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Michele Prisco

1920, Torre Annunziata

Michele Prisco nasce a Torre Annunziata da Anna e Salvatore Prisco, in un ambiente borghese e provinciale che tanto segnerà i suoi romanzi successivi. Si laurea in Giurisprudenza e supera brillantemente l'esame per diventare Procuratore legale; eppure, preferisce la carriera di scrittore e giornalista. Si dedica con passione alla letteratura, pubblicando il suo primo racconto nel 1942: si intitola Gli Alianti e appare nell'inserto La Lettura de «Il Corriere della Sera». Inizia altresì una fruttuosa collaborazione con «La Gazzetta del Popolo» di Torino, collaborazione che s'interrompe presto in seguito alla chiamata alle armi che tocca il giovane Prisco. Al fronte, saranno suoi commilitono gli scrittori Gino Montesanto e Mario Pomilio, nonché il...

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