La pietra al collo

Adoro Camilleri e quando mi hanno regalato questo "La pietra al collo" mi sono detto "un altro commissario Siciliano", e l'ho lasciato per un po' sul comodino. Ci sono volute le vacanze per costringermi a leggerlo. E invece il commissario Mancuso è decisamente diverso da Montalbano: un "commissario di città" (e di che città: una Palermo descritta benissimo), un tipo particolare ma vero con le sue manie e debolezze. Mi è piaciuto. La storia prende molto, per il ritmo, le ambientazioni e anche per il tema di attualità (non ve lo dico) che fa da sfondo. Fiato sospeso fino alle ultime pagine. Il dialetto c'è ma è poco e si inserisce bene nel contesto senza provocare mal di testa a chi non è particolarmente portato.

Il commissario Mancuso mi ha veramente conquistata e l'attualità dell'indagine proposta ha calamitato la mia attenzione dalla prima all'ultima pagina. Davvero bravo Carlo Barbieri, del quale ancora non avevo letto nulla, a districarsi fra Chiesa, pedofili e mafiosi: argomenti delicati e scottanti. Un ottimo lavoro!

Palazzo dei Normanni, Mondello, Villa Igea, iris, arancine, tazzina del caffè con il bordo già scurito dalla bevanda... grande Palermo... peccato non esserci mai stati !!! Ecco perché, inizialmente, sembra di essere caduti in un romanzetto piacevole e scherzevole, ma poi, man mano che si avanza, ci si accorge che è un "giallo" vero ed ottimo con un finale travolgente ed un Commissario, che non telefona ogni momento alla Scientifica e al Medico Legale, per aiutare il suo cervello ad elaborare soluzioni.