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Quella di Piero Gobetti è stata la più fulgida meteora nell'orizzonte intellettuale italiano del Novecento. Liberale, fu caratterizzato da intransigente attivismo, che ne fece un modello etico per gli antifascisti. A lungo fra i protagonisti del socialismo francese, Léon Blum riuscì a portare al governo il Front Populaire e ad applicare alla Francia, almeno per qualche mese, una ricetta di socialismo democratico, mentre il paese era profondamente diviso e intimidito dalla contemporanea crescita dell'aggressività nazista; venne poi processato a Riom dai collaborazionisti durante l'Occupazione, ma riuscì a condurre il processo a una impasse, difendendo il proprio spirito di patria e mettendo in grave imbarazzo alcuni fra quegli stessi che lo stavano accusando. In questi Atti della Giornata di studi italo-francese, tenutasi a Firenze nel marzo 2007 per iniziativa della Fondazione Spadolini, si ricordano l'ottantesimo anniversario della morte a Parigi di Gobetti (1926) e il settantesimo della nascita del governo di Front Populaire con a capo Blum (1936). Si tratta di due personaggi apparentemente distanti, ma in realtà accomunati da un illuminismo di fondo, versante che, per quanto riguarda l'intellettuale torinese, viene qui approfondito da Pietro Polito. Dal canto suo, Paolo Bagnoli, anch'egli già autore di studi significativi su Gobetti, lo considera un "elitista democratico", nonché l'esponente, insieme a Rosselli e al PdA, di una "ideologia italiana". La sua parentela con Léon Blum va cercata, quindi, anche nella coraggiosa e continua riaffermazione degli ideali democratici in tempi di crisi.
Daniele Rocca
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