Il piccolo amico

Otto anni di lavorazione e undici anni di attesa hanno preceduto l'uscita di questo secondo romanzo di Donna Tartt che ha subito suscitato grande interesse sia per l'originalità della trama sia per l'aspettativa nei confronti della sua autrice, protagonista al suo debutto di un clamoroso caso letterario. Nel 1992, il suo thriller d'esordio, Dio di illusioni, fu infatti accolto da un immediato successo e in molti attendevano una seconda prova che confermasse il talento della giovane scrittrice americana. Ora è finalmente arrivata, sotto forma di un romanzo dallo stile sempre elegante e impeccabile, che racconta ancora una volta di delitti e di misteri, ma che ha per protagonista, nei panni impegnativi dell'investigatrice, una ragazzina di soli dodici anni decisa e motivata ma anche inesperta e inevitabilmente maldestra. Abbandonate l'atmosfera patinata dell'esclusivo college del New England che fa da sfondo al suo primo romanzo, Donna Tartt sceglie di ambientare la storia della piccola Harriet Cleve Dufresnes nella terra in cui lei stessa è cresciuta, il Mississippi rurale degli anni Settanta. In questi luoghi avviene il delitto e si susseguono le indagini per svelare la verità ma insieme ad esse prendono corpo anche i turbamenti preadolescenziali della protagonista, i timori e le debolezze di una famiglia che non riesce a superare il dolore (la madre Charlotte ha perso la ragione, il padre Dix abbandona la casa, la sorella Allison sfugge l'esistenza quotidiana dormendo tutto il giorno) e gli inquietanti segreti di un'intera comunità. L'attenzione per questi risvolti più intimi della vicenda principale trasforma Il piccolo amico in un romanzo corale ad ampio respiro, non solo un giallo coinvolgente ma un ritratto molto preciso dell'America degli anni Settanta. Un libro che seduce e appassiona per la capacità di indagare le profondità dell'animo umano con l'eleganza narrativa dei grandi classici della narrativa anglosassone da Kipling a Poe.