L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questi tre racconti, estratti da due diverse raccolte, confermano il talento di Gurganus. Sono accomunati da uno sguardo a ritroso dell’io narrante, volto a focalizzare episodi dell’infanzia o della giovinezza che hanno segnato un momento chiave nel processo di formazione e crescita. Nell’eccellente ‘Beata rassicurazione’ un ragazzo bianco di umili origini In cerca di riscatto sociale trova in un’anziana donna di colore un modello di dignità e forza d’animo che lo spinge a rigettare i compromessi morali di un lavoro basato sullo sfruttamento di clienti poveri ed ingenui. La bravura di Gurganus si rivela nei dettagli: basta vedere il modo in cui delinea il rapporto del protagonista coi genitori, rendendo in pochi efficaci passaggi la consapevolezza crescente della loro debolezza fisica, accompagnata da un affetto compassionevole, durevole nel ricordo. ‘Uno di quelli’ è un racconto perturbante, non tanto per la tematica, quanto per l’assegnare ad un bambino di nove anni una sessualità già delineata e capace di desideri tanto forti da sovvertire ruoli e forze nel rapporto con l’adulto. ‘Eroismo minore’ è un memoir che mette in scena il conflitto padre-figlio dando conto del punto di vista di ciascuno dei due, ponendo in appendice la rievocazione di un momento di grande intensità emotiva che svela al lettore come il bisogno di amore e riconoscimento possa essere soffocato dall’incomunicabilità che nasce dalla rigidità dei ruoli e dalle convenzioni sociali.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Guardate quella zuppiera di porcellana, rotta in mille pezzi e incollata dalle pazienti mani di una sconosciuta. Quest'immagine secondaria e certamente trascurabile di un oggetto desueto ma quotidiano, fragile e familiare, potrebbe racchiudere, con un gesto volutamente scanzonato, lo stile e il mondo di Allan Gurganus, comico e raffinato rigattiere dell'anima nato nel North Carolina nel 1947. Sarà un caso, ma la zuppiera compare, con significati diversi, all'inizio e alla fine di questa scelta di racconti. Beata rassicurazione, Uno di quelli e Eroismo minore, i racconti scelti da Playground, che dello stesso autore aveva già pubblicato Santo mostro (2009), sono stati scritti e pubblicati in un arco di tempo di quasi trent'anni, ma sono uniti dalla stessa sapiente orchestrazione dei toni, che alternano il nitore dei ritratti psicologici a improvvisi sprofondamenti nel triviale e nel grottesco.
Comune è anche la divertita e spietata osservazione dell'umanità: a guardare e descrivere il suo piccolo frammento di mondo, racchiuso tra vie di Falls, nel North Carolina, è sempre un bambino che, giunto ormai alle soglie della maturità, decide di "vuotare il sacco" e raccontarci la sua personale e universale storia di "piccolo eroismo". Il coraggio di uscire allo scoperto, inteso come "coming out" è, certo, il tema centrale di due racconti, Uno di quelli e Eroismo minore, il primo racconto in cui un personaggio gay apparve sulle pagine del "New Yorker". Ciò nonostante sarebbe riduttivo rubricare l'opera di Gurganus sotto l'etichetta della cultura queer: il coraggio "minore" di cui parlano i suoi racconti è sintomo di un fenomeno che coinvolge la letteratura mondiale degli ultimi decenni e che vale la pena riconoscere in quanto tale. Nell'America retorica e forcaiola dei primi anni cinquanta, la vecchia afroamericana che, ormai cieca, ricostruisce alla perfezione porcellane frantumante e ospita gli orfani del quartiere mentre versa settimana dopo settimana le quote di un'assurda assicurazione sulla morte, così come il prestante presidente del Fondo di Beneficenza adescato nel bagno di un grande magazzino dal figlio di un "cacciatore di depravati" locale appartengono a quella stirpe di "figuranti" che, come ha notato Enrico Testa (Eroi e figuranti, Einaudi, 2009), hanno preso il posto degli eroi nelle letterature della nostra postuma modernità.
Personaggi di poco conto e poche battute (siedono in disparte, spariscono senza lasciar traccia), con il loro piccolo e continuo coraggio aiutano i propri simili ben più di quanto non facciano, con il loro esempio irreprensibile, gli aulici protagonisti dell'epica romanzesca. È questa l'intensa forza che fa degli eroici figuranti persone capaci di "restare fuori" – come dice il narratore della seconda storia – dopo aver deciso di rompere il guscio in cui pregiudizi e paure – proprie e altrui – hanno confinato la loro identità, sia essa razziale, sessuale o culturale. Per questo il "coming out" di cui parlano gli scritti di Gurganus – e che resta certo uno dei temi più scottanti della cultura omosessuale – dev'essere visto come una sfida continua e universale, che accomuna tutti e non solo chi si batte per il rispetto delle diversità di genere. Il rischio che si corre, altrimenti, è quello di costruire nuove e invisibili barriere, margini che neppure il coraggio di un piccolo eroe potrà superare.
Stefano Moretti
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore