Piccola bibbia del capo diabolico. Dipendenti stanchi, infelici e depressi... in sole due o tre mosse

Una riflessione su questo libro: a volte la parola che viene in mente leggendolo è "mobbing". E infatti la raffinatezza dei comportamenti tesi a umiliare, deprimere, far sentire fuori posto e insensati i collaboratori pare dovuta a un'intelligenza malvagia. Invece gli autori, credo, vogliono sottolineare la stupidità di questi comportamenti. Nel senso ovviamente che ottengono il risultato opposto a quello che si propongono. Stupidità spontanea, si potrebbe definire. Cioè, se uno si comporta "come gli viene" è spontaneamente autoritario, autocentrato, indifferente alle esigenze e alla sensibilità degli altri, invidioso, desideroso di primeggiare ecc. Insomma, la civile convivenza, anche all'interno di un posto di lavoro (e non parlo solo dei capi...), non si dà mai per scontata: è un continuo sforzo di riflessione, di buona volontà, di desiderio di star bene con gli altri, di fare in modo che tutti (me compresa) stiano meglio. Ci vuole poi, naturalmente, anche un pizzico di intelligenza, per non fare gli errori più banali raccontati con tanto umorismo in questo libro (banali ma ahimè quanto quotidiani!!!).

Divertente, politicamente scorretto, cinico quanto basta per mettere alla berlina episodi e atteggiamenti comuni ad ogni ufficio. Difficile non trovare qua e là qualche "consiglio" diabolico che non avete sperimentato sulla vostra pelle... Esilaranti le pagine dedicate all'accoglienza del neoassunto: lì davvero si raggiunge il virtuosismo.