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La pianista di Van Gogh
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La pianista di Van Gogh - Carlo Ferrucci - copertina
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pianista di Van Gogh

Descrizione


A Auvers-sur-Oise, trenta chilometri a nord ovest di Parigi, si consuma nell'estate del 1890 l'ultimo atto della tragica vita di Vincent Van Gogh. Nei due mesi precedenti Van Gogh dipinge alcune delle sue tele più famose e frequenta assiduamente la famiglia del dottor Gachet, alle cui cure è stato affidato da suo fratello Theo. Dopo la morte del pittore, e col crescere della sua fama, Margherita Gachet non dirà né scriverà mai una sola parola su di lui, a differenza di quanto faranno suo padre e suo fratello Paul. Si nasconde forse qualcosa dietro a questo silenzio? Cosa potrebbe avere compreso la giovane pianista riguardo ai segreti della pittura di questo straordinario artista e alle ragioni del suo suicidio? "La pianista di Van Gogh" è il diario immaginario tenuto da Margherita in quei giorni, una testimonianza unica, vivace e raffinata, della fase conclusiva della vita del grande pittore olandese.
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Dettagli

2015
22 giugno 2015
235 p., Brossura
9788894070330

Valutazioni e recensioni

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Teresa
Recensioni: 4/5

Questo libro è un diario immaginario tenuto da Margherita Gachet nell'estate del 1890, atto finale della vita del pittore. Un libro scritto con una umiltà e un amore sconfinato verso la figura di Van Gogh. Le pagine scorrono veloci, come anche le domande. Nel leggerlo, un po' tutti vorremmo essere Margherita. Quella Margherita che vede oltre, mentre il suo tempo non concepisce un tormento così pieno d'arte.

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Recensioni

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Voce della critica

Carlo Ferrucci ci racconta – attraverso gli occhi di Margherita Gachet – Van Gogh, il pittore che nell’immaginario collettivo rappresenta l’artista moderno per eccellenza, il pittore maledetto che identifica la sua arte con la sua vita, vivendo l’una e l’altra con profonda drammaticità. La pianista di Van Gogh, edito da Rogas Edizioni, ci fa conoscere l’ultimo periodo della vita di quest’uomo.

Nell’estate del 1890 Van Gogh si era trasferito a Auvers-sur-Oise dove vive il dottor Gachet, neurologo, alle cui cure era stato affidato dal fratello Theo. Frequenta assiduamente la famiglia del medico e si dedica alla pittura con frenesia, producendo proprio in questo periodo alcune delle sue opere più famose. Margherita, figlia del dottore, ovvero “la pianista di Van Gogh”, figura dolce e d’altri tempi, è l’autrice di un diario immaginario che narra cosa successe nei due mesi in cui la sua famiglia entra in contatto con il pittore. Espressione di un “piccolo mondo antico”, la giovane donna viene travolta dalla figura dell’olandese misterioso”quello che non capisco bene è perché io debba pensare al mio olandese misterioso tutte le volte che mi siedo a suonare.[…]in qualsiasi momento (pag.41). 

Il diario ci racconta l’arte del grande artista attraverso le mille piccole cose della vita di tutti i giorni. Margherita, che si è sempre dedicata alla musica come ad un hobby, man mano che conosce l’arte e la personalità di Van Gogh, riesce a cogliere sempre più l’intima connessione fra le due diverse espressioni artistiche, la pittura e la musica. “La mano sinistra non si distingue bene dai tasti bianchi, dando l’impressione che io e il pianoforte siamo tutt’uno; mentre la destra, che sembra proprio che si stia muovendo, ha l’aria di prendere, anzi, quasi di aspirare la musica dal pianoforte, per diffonderla nel resto del mio corpo e, attraverso di esso, tutt’intorno a me. E questa sensazione è rafforzata dalle spesse pennellate di bianco rosaceo di cui è composto il mio vestito e la cui disposizione sulla tela fa pensare a una corrente circolare che mi percorre tutta, come se il pezzo che sto eseguendo fluisse nello stesso tempo dal pianoforte in me, e da me nel pianoforte” (pag.112/113). 

Scritto in un linguaggio colloquiale, il diario si rivela una testimonianza vivace ma raffinata della fase conclusiva della vita dell’ “olandese misterioso”. Una tematica molto interessante del libro è la contrapposizione tra il vecchio e il nuovo mondo, non solo nella pittura. La figura di Van Gogh, con la sua visionaria pittura, mette in forse il vecchio mondo delle costrizioni, delle buone regole e dei comportamenti “Avevo l’impressione che al suo bisogno di raccontarmi tante cose sconcertanti non fosse del tutto estraneo il piacere di scandalizzarmi. Anche se sentivo che non era tanto me che voleva colpire, quanto il mondo solido e benpensante che si è lasciato da tempo alle spalle e che per lui, in quel momento, io incarnavo”(pag.120). Il colpo di pistola che pone fine alla sua breve vita in realtà è il là all’avvento del nuovo secolo.

Carlo Ferrucci, dando voce alle parole e ai sentimenti di Margherita, con maestria ha tracciato il dramma artistico e umano del grande pittore olandese, in una lettura molto interessante, garbata e dai toni e dalle sfumature delicate.

Recensione di Clara Domenino

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