Un pianeta piccolo piccolo. La fine della globalizzazione

Il libro è interessante ed offre parecchi spunti di riflessione, anche se non tutti necessariamente condivisibili. Tuttavia, e come già evidenziato dalla recensione precedente, il libro è pieno di errori di ogni tipo, sono saltati punti e e virgole, doppie ed addirittura frasi intere sono state ordinate in maniera errata; in un ipotetico rapporto b2b ci sarebbero i presupposti per un reso della merce in quanto "difettosa". Per questo le stelle relative al mio giudizio passano da 4 a 2 in attesa che magari l'autore e/o l'editore battano un colpo al proposito...

Un spaccato sul mondo (iper)finanziario in cui viviamo oggi. Un testo che ripercorre in sintesi ed in maniera non cronologica l'evoluzione della finanza: dalla bolla dei tulipani del XVII secolo fino al decennio dei 'tassi zero' dei nostri giorni, inserendo delle analogie pop contemporanee (tipo Dylan Dog) per spiegare alcuni fenomeni. Descrive inoltre in modo molto limpido l'ipocrisia della società moderna. Il libro è gradevole e scorrevole nella lettura, ci sono però molti errori nella redazione del testo; si capisce che sono errori di battitura, così tanti però in un unico testo non mi era mai capitato. La fretta ha giocato un brutto scherzo in questo caso. Infine, un errore davvero grossolano da parte dell'autore è stato quello di scrivere che Garibaldi partì da Quartu Sant'Elena nella spedizione dei mille. Questa grossa imprecisione, più i tanti errori grammaticali sparsi nel testo mi fanno pensare che non ci sia stato un lavoro di revisione finale del libro stesso prima della pubblicazione. Tre stelle per questo motivo.