Perché tornavi ogni estate

• #shortbutshockbooks • Non è un pugno allo stomaco. È un pugno in faccia, un pugno in pieno petto. Crudo, diretto, spietato, il linguaggio di @belenlopezpeiro  è violento come gli abusi subiti da suo zio poliziotto. Violenze che lo zio ha perpetrato a Belen da quando aveva solo 13 anni. Una bimba violata da un mostro. È un urlo, un pianto, scritto in modo frammentario, polifonico e corale. Difficile catalogarlo come genere letterario.  È un diario, un libro autobiografico,  una denuncia, una testimonianza , un atto politico. Un libro che vi farà stare molto male e che vi costringerà a guardare dove preferite non posare gli occhi. Come hanno fatto alcuni  famigliari di Belen. Come hanno fatto le autorità.  Come hanno fatto i medici. Come hanno i conoscenti,  i vicini, gli amici. Hanno preferito non credere. Hanno preferito non vedere. Hanno preferito accusarla di essersi inventata tutto.  Oltre il danno la beffa . Pazzesco.  Ci sono libri che non si riescono a spiegare. Questo è uno di questi. Per capirlo bisogna leggerlo. ..... anche se, credo, nemmeno questo sia sufficiente per capire questa mostruosità. Ho pianto, era inevitabile. 😭 ✒️ 𝑃𝑒𝑟 𝑙𝑜𝑟𝑜, 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒, 𝑡𝑎𝑐𝑒𝑟𝑒 è 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑠𝑡𝑖𝑔𝑜 𝑝𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑒. 𝑃𝑎𝑟𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑖, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑎𝑡𝑒𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑒 𝑛𝑒 𝑣𝑎𝑛𝑛𝑜. 𝑁𝑒𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖. 𝐿𝑒 ℎ𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑒 𝑚𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎. ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE. Per ora uno dei libri più belli e letti quest'anno. Lettori, non girate gli occhi anche voi.. ... Non è solo una lettura, è anche un obbligo morale.