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Per una teoria generale della politica. Scritti dedicati a Norberto Bobbio
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2
1986
22 settembre 1995
241 p.
9788836803385

Voce della critica

VIOLI, CARLO (A CURA DI), Norberto Bobbio: 50 anni di studi. Bibliografia degli scritti 1943-1983, Angeli, 1984

LANFRANCHI, ENRICO, Un filosofo militante. Politica e cultura nel pensiero di Norberto Bobbio, Bollati Boringhieri, 1989

BONANATE, LUIGI (A CURA DI) / BOVERO, MICHELANGELO, Per una teoria generale della politica. Scritti dedicati a Norberto Bobbio, Passigli, 1986
recensione di Revelli, M., L'Indice 1989, n. 9

La bibliografia bobbiana è sterminata. Carlo Violi, nel volume "Norberto Bollario: 50 anni di studi", segnalava 1304 titoli, compresi tra il 1934, anno a cui risale la prima pubblicazione accademica di Bobbio dedicata agli "Aspetti odierni della filosofia giuridica in Germania" (ma il primo scritto in assoluto fu in realtà una recensione al romanzo "I sansôssi" di Augusto Monti, pubblicata nel 1929 su "Il giornale d'Acqui"), e il 1983 (l'ultimo titolo segnalato è un articolo comparso su "Paese sera": "Se il Pci sarà più pragmatico"). Oggi l'elenco raggiunge i 1615 titoli (è in preparazione un'edizione aggiornata della bibliografia a cura di Violi): non tanto un labirinto - la metafora, cara a Bobbio per rappresentare la condizione umana, si adatta meno alla sua produzione scientifica, chiara, coerente, rettilinea -, ma comunque un percorso lungo, fitto di tappe intermedie e di pietre miliari. Chi volesse orientarsi al suo interno potrà ricorrere utilmente a un volume di recente pubblicazione, opera di un giovane studioso, Enrico Lanfranchi, "Un filosofo militante". In esso è tracciata una meticolosa biografia intellettuale di Bobbio, organizzata intorno al tema centrale del rapporto tra politica e cultura ("Politica e cultura nel pensiero di Norberto Bobbio" è appunto il sottotitolo), e ai diversi modi con cui tale binomio è stato declinato in oltre cinquant'anni di militanza culturale. Dopo un rapido accenno agli anni giovanili vissuti nell'ambiente intellettuale torinese, in cui maturò l'incontro con i "maestri" Augusto Monti, Gioele Solari, Umberto Cosmo, Zino Zini e in cui si precisarono i tre poli della sua formazione culturale (il pensiero liberale classico, il socialismo umanitario e l'illuminismo, tutti riconducibili, sottolinea Lanfranchi, al "gobettismo"), e dopo un breve riferimento all'esperienza in quello straordinario "partito degli intellettuali" che fu il Partito d'azione, ampio spazio è dedicato al periodo compreso tra il 1949 e il 1956. Sono gli anni del dibattito serrato con l'area marxista sul rapporto tra politica e cultura, in cui trovano sistemazione gran parte delle tematiche affrontate da Bobbio nel decennio precedente, e che ne caratterizzeranno la posizione originale: l'esigenza di una dimensione positiva della filosofia, di una più precisa definizione del ruolo dello scienziato (come detentore di un sapere tecnico non estraniato però dai grandi problemi della società), la proposta di un impegno indipendente dell'intellettuale come "profeta disarmato" nell'ambito di una "filosofia militante" che si esprime, nella sua sostanza, come "politica della cultura". Seguono due lunghi capitoli dedicati alla riflessione di Norberto Bobbio sul "modello giusnaturalistico" e sul "futuro della democrazia": temi strettamente legati tra loro (il razionalismo e il contrattualismo giusnaturalistici sono i fondamenti della concezione laica e radicale della democrazia in Bobbio), e che chiariscono le più recenti prese di posizione.
Fin qui Lanfranchi. Chi volesse poi una sintesi concettuale del pensiero di Norberto Bobbio non potrà però fare a meno di consultare gli atti del Convegno tenuto a Torino nell'ottobre del 1984 (in occasione del suo settantacinquesimo compleanno), comparsi in volume col titolo "Per una teoria generale della Politica", con contributi di Bodei, Bonanate, Bovero, Cerroni, Cesa, Garin, Matteucci, Pasquino, Pietro Rossi e Veca, e con il testo del "Congedo" pronunciato da Bobbio in conclusione del convegno. Vi sono presi in considerazione alcuni "autori" (Weber e Hegel, in primo luogo) e i più significativi "temi ricorrenti" della riflessione bobbiana, organizzati - in forma coerente al suo pensiero - in una struttura dicotomica: da "pace e guerra" a "socialismo e liberalismo", da "riforme e rivoluzione" a "democrazia e autocrazia" a "politica e cultura", per giungere, infine, al tema, cruciale dal punto di vista del metodo, della "lezione di classici".

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