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Recensioni Per chi suona la cloche. Un album per degli anni Venti

Recensioni: 3/5

Figlia di un re del dentifricio, grassoccia, calata dal suo Middle West nell’Europa dei «favolosi Anni Venti», avida di ogni novità, di grandi sarti e memorabili parties, ma soprattutto di uomini poco raccomandabili – che sceglie generalmente fra boxeur, gigolo e toreri –, la sconsolata vedova Maisie si lancia in sgangherate avventure, che vengono rievocate a più voci, dopo il suo funerale, da figli, parenti e amici. Imbarazzati da tale invadente personaggio, tutti devono però ammettere, a denti stretti, che Maisie, nella sua irrimediabile ineleganza e voracia, era l’unica fra loro che sapesse veramente obbedire al grande imperativo dell’epoca: «divertirsi». Angus Wilson, scrittore dall’infallibile orecchio per i toni sociali, ha costruito su questo pretesto un delizioso balletto – dove le quinte sono Bal Nègre e Cecil Beaton, Josephine Baker e Dékobra, Noel Coward e Cocteau, Isadora Duncan e Gertrude Stein –, un rapido libro dove il lettore, con ogni sforzo, non riuscirà a non ridere, aiutato anche dai pungenti disegni di Philippe Jullian. Pubblicato per la prima volta nel 1953, Per chi suona la cloche è la felice parodia non soltanto di un’epoca e di un costume, ma di un fenomeno che si sarebbe manifestato solo molto più tardi: la trasformazione dei «favolosi Anni Venti» in una faccenda eminentemente di antiquariato turistico.

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