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Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù
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Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù - Orna Donath - copertina
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Pentirsi di essere madri. Storie di donne che tornerebbero indietro. Sociologia di un tabù

Descrizione


«Doveva essere un "paper" che analizzavo un inesplorato ambito della genitorialità, destinato per lo più agli studiosi. Invece è uscito dall'ambito degli specialisti e ha fatto il giro del mondo.» - La Repubblica

«Un'indagine che sfida i tabù della società, perché ogni rimorso è tollerato, tranne quello di avere messo al mondo dei figli.» - Vanity Fair

«Con la sua ricerca e con il suo libro, Donath ha reso visibile una cosa che fino a oggi era rimasta confinata alle confessioni tra amiche o sui lettini degli psicoterapeuti». - Der Spiegel

"Se poteste tornare indietro nel tempo, decidereste ancora di diventare madri?". Questa domanda, posta dalla giovane sociologa israeliana Orna Donath a un certo numero di donne ebree israeliane, ha ricevuto in ventitré casi come risposta un "no" deciso. E si è rotto un tabù, quello della donna "naturalmente" protesa ad essere madre. Con gli strumenti della sociologia, Donath ha allora intervistato in profondità queste donne (e molte altre in seguito) e ha riportato le loro risposte, analizzandole in dettaglio e mettendole in contesto, in questo libro.
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Dettagli

2017
208 p., Brossura
9788833928333
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Indice

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Introduzione

I. Percorsi verso la maternità: la contrapposizione fra i dettami della società e le esperienze delle donne

II. Un modello gravoso di modernità: la normatività dei sentimenti e dei comportamenti materni

III. Madri pentite: quanto vorrei non essere mamma!

IV. Esperienze di maternità e pratiche del rimpianto: convivere con un sentimento proibito

V. Mamma, ma tu chi sei? Il pentimento materno tra confessioni e silenzi

VI. Madri-soggetto: il rimpianto come strumento di indagine delle raltà materne

Conclusioni

Ringraziamenti

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Manuela
Recensioni: 5/5

Un libro forte, molto duro e che merita di essere letto. In quanto donne spesso per le persone è ovvio e scontato che vogliamo (e dobbiamo) diventare madri. Attraverso i racconti di queste donne capiamo che non è un processo così naturale come vogliamo credere. Vi consiglio di dare una possibilità a questo libro perché penso sia giusto sentire anche le voci e i pensieri diversi dai propri per ampliare il proprio sguardo sul mondo.

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Elena
Recensioni: 5/5

"C'è questa convinzione, un'idea data per scontata che noi donne desideriamo tutte avere dei figli e che non saremo felici se non diventeremo madri. Bé, io sono cresciuta con questo tipo di percezione. Non è facile, per niente. E io ho tre figli. Non è facile. Esiste un contrasto fortissimo tra i messaggi che ti arrivano dalla società e quello che senti dentro di te." Quante volte capita di sentirsi chiedere "e tu, quand'è che lo fai un figlio?" oppure "guarda che i figli è meglio farli da giovani, quando si è in forze"; e se malauguratamente si risponde asserendo di non volere figli, inevitabilmente ci si sente dire "ma non è possibile, sono sicuro che prima o poi li vorrai" oppure "guarda che se non fai dei figli te ne pentirai". Il libro di Orna Donath, partendo dall'assunto che il sentimento del "pentimento" può investire qualunque tipo di scelta fatta, dagli studi intrapresi, a una scelta lavorativa o personale (e che la scelta di essere madri non fa, quindi, eccezione), scardina una lunga serie di luoghi comune e di idee convenzionali sulla maternità, dimostrando quanto, ancora oggi, la vita delle donne sia influenzata e controllata da una società che solo teoricamente permette la parità dei sessi, ma che di fatto non lascia scelta. Le considerazioni dell'autrice sono accompagnate da stralci di interviste fatte a 23 donne israeliane che hanno affrontato l'argomento in quanto pentite di essere diventate madri. Lettura consigliatissima a tutti.

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Luisa Musto
Recensioni: 4/5

Saggio molto articolato, che riporta i risultati ottenuti dall'autrice in una sua ricerca riguardo la maternità. La Donath ha intervistato una serie di donne di diverse età e condizioni che per motivi diversi si sono trovate ad essere madri e a non riconoscersi in questa condizione, al punto tale di pentirsene. Questo pentimento viene analizzato in tutte le sue forme e nei suoi aspetti, così come sono state analizzate le motivazioni per cui queste donne nonostante le loro perplessità siano diventate madri, i condizionamenti che le hanno spinte e i sentimenti che hanno provato e provano. Un libro che sfida quelle che sono le convenzioni riguardo la maternità, che viene vista come lo scopo di vita di ogni donna. Un libro a tratti anche scomodo, che dovrebbero leggere tutte le donne, le pentite e le felici, e anche tutti gli uomini, che spesso sono parte di quel condizionamento sociale che spinge a scelte che non sempre si sentono proprie. "Se si ascolta cosa hanno da dire le donne su come sono giunte alla condizione di madre, si capisce che i percorsi che conducono alla maternità sono diversi e molto più complessi. E questa molteplicità di percorsi forse può aiutarci a capire che non sempre è chiaro se la maternità sia un obiettivo che le donne si prefiggono o una cosa che, semplicemente, capita."

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Orna Donath

1976

studia sociologia presso l'Università Ben Gurion del Negev a Be'er Sheva, in Israele, lavorando in particolare sulle aspettative che la società si attende dalle donne, madri e non madri. La pubblicazione del suo studio, in ebraico, sulle donne ebree in Israele che decidono di non avere figli (2011) l'ha indotta a scrivere in inglese il libro Regretting Motherhood, che ha avuto grande eco internazionale ed è in traduzione in otto lingue. Oltre al suo lavoro scientifico, Donath collabora con il centro Rape Crisis di Hasharon, a Raanana, in Israele.

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