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Pensieri ai pittori. Ediz. illustrata - Ugo Bernasconi - copertina
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Pensieri ai pittori. Ediz. illustrata - Ugo Bernasconi - copertina

Descrizione


I "Pensieri" bernasconiani nascono da osservazioni e riflessioni annotate quotidianamente su taccuini e su foglietti volanti: pubblicati in un primo momento su giornali e riviste, sono in seguito riuniti, rivisti e riordinati, in tre edizioni in volume: "Precetti e Pensieri ai giovani pittori" (1910); "Pensieri ai pittori" (1924); e un'antologia (1961) curata da Vanni Scheiwiller l'indomani della morte dell'autore. L'edizione qui riprodotta è la seconda, la più completa, ma il testo si avvale, negli apparati, della collazione fra i tre volumi rinvenuti nell'archivio Bernasconi, tutti ricchi di correzioni e varianti autografe a margine. Il saggio introduttivo evidenzia le differenze fra le due principali edizioni: quella del '10 - frutto già maturo dell'insegnamento di Eugène Carrière e Vittore Grubicy de Dragon - e quella del '24, scritta intorno agli ambienti milanesi de "L'Esame", "II Convegno" e "Bottega di Poesia". Letto e apprezzato da personalità quali Berenson, Bucci, Carrà, Croce, De Pisis, Messina, Papini, Pancrazi, Soffici, Wildt e molti altri, rimane un testo importante nella storia della cultura dell'Italia del Novecento.
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Dettagli

2008
19 marzo 2008
214 p., ill. , Brossura
9788876422249

Voce della critica

Questa raccolta di precetti, di brevi e talora pungenti indicazioni rivolte agli artisti venne pubblicata a Milano, la prima volta, nel 1910, proprio nella città e nell'anno in cui il futurismo pittorico fece esplodere i suoi primi rumorosi vagiti, dichiarando guerra al passato, al museo e all'accademia. Tuttavia soltanto quest'ultimo aspetto – l'opposizione alle tradizionali forme d'insegnamento – può essere sensatamente proiettato in mezzo alle pagine di Bernasconi. Per il resto, infatti, le massime del pittore e critico canturino restano ben lontane dall'ardore marinettiano e dalle ferme posizioni di Boccioni, Carrà e degli altri loro sodali. A Bernasconi, al suo distacco dalle istanze realiste e dalla pittura en plein air, caso mai si attaglia maggiormente l'esperienza di Novecento ("L'antico serve a farti trovare il nuovo senza lasciarti dare nello strambo"): non è un caso, forse, che la seconda, più ampia edizione dei Pensieri sia stata pubblicata nel 1924, anno importante per il movimento capitanato da Margherita Sarfatti. Questi e altri aspetti sono chiaramente enucleati nella recente edizione critica dei Pensieri ai pittori, che si giova di una puntuale introduzione di Margherita D'Ayala Valva, studiosa che a Bernasconi ha dedicato importanti ricerche, curandone, fra l'altro, la pubblicazione digitale dell'epistolario (consultabile al sito www.artivisive.sns.it/carteggio_bernasconi.html). È proprio attraverso le numerose lettere inviate a Bernasconi che si può constatare come gli aforismi del canturino fossero tenuti in gran considerazione da molti importanti artisti italiani della prima metà del secolo, divenendo per alcuni di loro una fondamentale fonte di ispirazione: "Non vogliamo sapere del valore pittorico di una pittura, o del valore musicale di una musica. Ma vogliamo sapere del valore umano in tutte le opere dell'uomo".
Mattia Patti

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