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La pena di morte. Una questione di principio - Antonio Marchesi - copertina
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La pena di morte. Una questione di principio - Antonio Marchesi - copertina

Descrizione


La pena di morte è giusta o ingiusta? È utile o inutile? A chi spetta dare risposte a queste domande? A ogni Stato per sé o alla comunità internazionale a nome dell'umanità intera? La questione della pena di morte non divide solo le coscienze ma anche gli Stati: Europa e Stati Uniti, i due volti del mondo occidentale, rappresentano le ali estreme di questo conflitto. Antonio Marchesi, ricercatore di Diritto internazionale, insegna nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo e nella Facoltà di Filosofia dell'Università di Roma. È stato presidente della sezione italiana di Amnesty International e consulente del Segretariato internazionale dell'organizzazione.
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Dettagli

2004
18 marzo 2004
179 p., Brossura
9788842072393

Voce della critica

Nei confronti della pena di morte si può essere favorevoli, contrari o indifferenti. Uno stato no, deve scegliere, tertium non datur: o la prevede o non la prevede. Antonio Marchesi concentra la sua attenzione sulla frattura nel blocco occidentale tra Europa e Stati Uniti analizzando le fonti giuridiche che disciplinano la materia. A partire dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1948, da quando cioè si apre la stagione dell'internazionalizzazione della pena di morte. La partita tra abolizionisti e mantenitori ha nel tempo cambiato campo di gioco: dalla questione di principio, dove non ci sarebbe mai stato spazio al dialogo, si è spostata altrove. Gli abolizionisti per scongiurare un inutile scontro frontale hanno infatti cercato altre vie, hanno "lavorato attorno" per limitare il più possibile l'applicazione della pena di morte agendo dall'esterno, pur nel rispetto delle singole autorità statali, attraverso delle efficaci barriere soggettive (sulle persone imputabili), oggettive (sui reati commessi) e procedurali (garanzie sul corretto procedimento e divieto di punizioni crudeli e inusuali). La concezione retributiva della pena e quella utilitaristica, incentrata sulla deterrenza, sono i cardini su cui ruotano le ragioni dei mantenitori. Entrambe queste posizioni sono sconfessate da studi commissionati a organismi sovrastatali che dimostrano l'inefficacia dissuasiva della pena capitale, ma nonostante ciò, l'opinione pubblica americana resta ancorata al mito dei suoi effetti sociali positivi. Da sondaggi effettuati, però, una buona parte di quelle stesse persone, una volta in possesso di questi dati statistici, cambia parere. In definitiva, è l'ignoranza che affolla i bracci della morte. La pena di morte resiste negli Stati Uniti perché qui i decision-makers non intervengono sulla questione lasciando che se ne parli solo in campagna elettorale quando i candidati la strumentalizzano mostrando intransigenza contro il crimine per raccogliere i voti dei più sensibili al tema della sicurezza.

??? T ucci

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Conosci l'autore

Antonio Marchesi

Antonio Marchesi insegna Diritto Internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo. È autore di oltre cinquanta saggi e ha scritto e curato libri sulla protezione internazionale dei diritti umani. È iscritto alla sezione italiana di Amnesty International dal 1977 e ne è stato presidente dal 1990 al 1994 e dal 2013 al 2019. Per il Segretariato internazionale di Amnesty International ha svolto missioni di ricerca e partecipato a conferenze internazionali. Ha collaborato su progetti in tema di diritti umani con il Consiglio d’Europa, il Parlamento europeo, la Commissione europea e diverse organizzazioni non governative ed è attualmente consulente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della...

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