Un pedigree

In questo breve testo Modiano racconta la sua infanzia, l'assenza dei genitori troppo impegnati a seguire le rispettive carriere, la mancanza d'affetto, la malinconia. I ricordi che si susseguono chiariscono il motivo di quella ricerca permanente di identità che è una costante di tutti i suoi romanzi. E gettano luce da un lato l'ossessione di Modiano a volgere continuamente lo sguardo verso il passato, dall'altro sul suo attaccamento ai luoghi che del passato portano le tracce, come quell'appartamento di rue Conti dove gravita la vita della sua famiglia. Con uno stile sobrio, scarno, che non indulge mai a toni patetici e suggerisce piuttosto che raccontare, Modiano riesce sempre a creare un'atmosfera che tocca le corde più intime dei suoi lettori.

non è cosa di tutti giorni poter leggere l'infanzia e l'adolescenza d'uno scrittore, sarà che è comune pensarli come il periodo capitale della loro formazione e quindi, in virtù dell'eccezionalità della scrittura e del << lavoro >> di scrittore - tanto più se è scrittore da nobel per la letteratura - di difficile avvicinamento e appartenenti quasi a un periodo segreto della loro vita. Patrick modiano ci regala la sua infanzia e la sua adolescenza, una crescita difficile e a tratti tristissima, segnata dal disinteresse familiare da una parte e dalla volontà di assicurarsi una via pulita di sbarazzarsi del difficile adolescente assicurandogli un avvenire << sicuro >>, in mezzo a questo, un ragazzo attento, certo non insicuro, e a suo modo avventuroso, che giovanissimo impara a destreggiarsi nella vita, che si allontana dalle imposizioni genitoriali per divenire, una volta per tutte, solo se stesso. Un bel libro, che racconta il coraggio d'una scelta senza darlo troppo a vedere, quasi fosse un accidente, capitato per caso e di cui è bene non occuparsi troppo.

È un libro scopertamente, dichiaratamente autobiografico. Racconta infatti l’infanzia e adolescenza dell’autore, nei tardi anni Quaranta, sballottato fra due genitori umbratili e inconcludenti, che se lo passano di mano come un pacco postale, di tanto in tanto depositandolo in qualche miserevole collegio. Il giovane Patrick racconta la propria storia attraverso omissioni e silenzi, mai giudicando. Certe volte esagera nel voler tacere: come quando non ci dice come e perché il fratello più piccolo scompare. E qualche volta sentiamo perfino l’ombra di un vago manierismo, in quel suo continuo enumerare nomi e indirizzi che non portano a niente. Ma che grazia, che elegante leggerezza, nelle pieghe di una scrittura segreta come un sogno.