Il peccato chiama peccato

Ho letto questo romanzo e anche quello nuovo dell’autrice. Devo dire, che, come gusto personale, trovo questo thriller molto ritmato e veloce, come i film americani. Tutto si svolge come se lo vedessi, i personaggi sono in carne ed ossa. Consigliatissimo come lettura leggera per divertirsi perché a me ha fatto questo effetto: bello!

Isabella Pileri Pavesio trasforma la trama del suo libro in un percorso di tensione sempre maggiore, spezzandolo con descrizioni o approfondimenti mai banali e ottenendo così il risultato però di aumentare la suspense. Colpisce in particolare la precisione, quasi chirurgica, della descrizione delle persone e delle località. Leggendo il libro, si denota uno spiccato realismo e si ha l'impressione di essere sul posto, vivendo in prima persona i (mis)fatti. In questo romanzo a spettro internazionale ci si imbatte nei traffici più abietti, come quello dei bambini destinati ai festini di miliardari viziosi, come anche nei scenari più mondani, come quello sfavillante dell'alta società elvetica, ma talvolta ci si ritrova immersi nei meandri più oscuri della mente umana caratterizzati dalle miserie, dalla droga e dalla prostituzione, come nel Centro Storico di Genova. Gli sforzi del detective Baglioni e dell'ispettore Higgins riusciranno, tassello dopo tassello, a dipanare i misteri che, per quasi tutto il libro, lasciano il lettore col fiato sospeso. Spassosi i siparietti comici di vita quotidiana genovese sparsi qua e là nel romanzo.

400 pagine che si leggono ininterrottamente. Nuova indagine portata a termine insieme a Giuseppe Baglioni, Paul Higgins e Beatrice Lenci. Da quando le due squadre investigative, quella della serie di romanzi con l'investigatore Baglioni e quella della polizia svizzera con l'agente svizzero-americano dei servizi speciali, Paul Higgins, si sono unite le indagini sono diventate più complesse. In questa particolare indagine di Peccato chiama peccato abbiamo Paul Higgins e il suo passato e non solo, poiché a orientare la sua vita è stata Maria, scomparsa nel corso di un'operazione che coinvolge il Mossad a Tel Aviv. Il romanzo offre uno spaccato di come per le donne sia ancora oggi difficile integrarsi in un ambiente ancor troppo maschilista, come quello della polizia o della criminalità di cui Berta Rus rimane vittima suo malgrado. Già questi presupposti, ossia il coinvolgimento diretto e inconsapevole di Paul Higgins e la narrazione del caso del rapimento e della tratta di esseri umani, hanno reso interessante l'indagine che ancora a pochissime pagine dal finale ha ancora qualcosa da risolvere e, come in Morte nel fango, non è semplice da decifrare. Introspettivo molto più del romanzo precedente, ha l'elemento aggiunto di decifrare parte del mistero che aleggia dietro Paul Higgins e il suo carattere complesso, con quel qualcosa di irrisolto e, forse, di irrisolvibile.